Roberto Bartolini9 Agosto 20211min12210

Quando il girasole diventa un’infestante da combattere

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Tra alti e bassi il girasole si continua a coltivare in centro Italia, soprattutto nelle zone non irrigue e collinari, e quest’anno ha incrementato la sua superficie anche in Emilia-Romagna. Tuttavia, una problematica che ricorre ogni anno per questa coltura è che ogni pianta produce alcune centinaia di semi che germinano dopo la raccolta, e qualora i semi abbandonati dalla mietitrebbia dovessero essere interrati con una lavorazione profonda, potrebbero conservare la loro capacità germinativa per anni. Quindi occorre adottare una strategia che preveda, dopo la raccolta, una lavorazione superficiale con erpice a dischi per favorire le nascite.

I girasoli eventualmente nati tra fine estate e autunno non superano l’inverno e quindi non creano problemi alle colture autunnali di prossima semina. Nel caso invece in cui si preveda una coltura primaverile, occorre adottare una strategia di diserbo specifica.

Il principio attivo di post-emergenza più efficace è il Clopiralid, ma altri erbicidi efficaci sono Bromoxinil, MCPA, 24DB, Dicamba, Bentazone, Imazamox e la maggior parte delle solfoniluree.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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