Roberto Bartolini8 Febbraio 202111min31720

Semina mais: alto investimento, concime starter e dosi variabili

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I vecchi agronomi come il sottoscritto sostengono che chi effettua una buona semina ha già messo in cascina almeno il 50% del raccolto. Vediamo con l’immagine sottostante cosa significa una buona semina, prendendo l’esempio del mais.

La seminatrice deve consentire massima precisione nella profondità e nella distanza di semina anche sui terreni più difficili, la distribuzione della concimazione starter per favorire la rapida germinazione dei semi, e una velocità elevata di esecuzione dell’operazione. Inoltre, poiché è sempre più frequente seminare su terreni “grossolani” preparati con le minime lavorazioni, la seminatrice di precisione deve operare sul terreno e sul seme con le caratteristiche indicate nell’immagine seguente.

Quindi, anche in presenza di abbondanti residui colturali, le emergenze del mais devono risultare omogenee e regolari, come si vede nelle immagini sottostanti.

Grazie al Gps, al Geocontrol e al terminale Isomatch Tellus, la seminatrice Optima HD e-drive di Kverneland interrompe la semina in corrispondenza di file già seminate, anche negli incroci del fondo campo, per evitare sprechi di semi e sovrapposizioni tra le file. Si tratta di un sistema estremamente efficace, soprattutto in presenza di campi irregolari e di ridotte dimensioni.

Alcuni ibridi della maggior parte delle società sementiere si prestano, grazie a specifiche caratteristiche genetiche, a essere seminati con alti investimenti al metro quadro. Nel caso delle seminatrici di precisione della serie Optima di Kverneland, tramite Geoseed si applica il cosiddetto sistema di semina a “diamante” per realizzare le interfile ristrette. Questo sistema permette di incrementare anche del 10% le normali rese per ettaro.

Prove pluriennali svolte dall’Università di Torino dimostrano come l’alto investimento del mais, con interfila ristretta a 50 cm rispetto alla classica a 75 cm, abbia l’effetto di aumentare le produzioni di granella e di trinciato grazie alla più favorevole spaziatura tra le singole piante.

La prossima immagine mostra come la concimazione starter fosfo-azotata, in localizzazione e distribuita contestualmente alla semina, abbia effetti positivi sulla produzione (dal 10 al 23% in più) diversificati a seconda dell’andamento climatico dell’annata.

Poiché il terreno da seminare è variabile nelle sue caratteristiche chimico-fisiche, è opportuno effettuare una semina a dose variabile aumentando la dose di seme nelle zone dell’appezzamento più fertili e più produttive, diminuendola invece nelle zone più problematiche e più povere. Lo stato del terreno punto per punto si conosce attraverso la mappatura del suolo, che deve essere effettuata quando il terreno è libero dalle colture.

La semina a dose variabile si effettua immettendo, attraverso chiavetta usb, la mappa di prescrizione sul terminale presente nella cabina del trattore, che a sua volta comanda tutte le funzioni della seminatrice. Nell’immagine che segue, in alto a sinistra vediamo la mappa di prescrizione del seme a dose variabile e in basso l’immagine che l’operatore vede sul terminale Tellus dalla cabina del trattore.

Gli agricoltori, oltre a non conoscerne le reali potenzialità dell’agricoltura di precisione, faticano a comprendere i reali benefici di natura economica derivanti dall’utilizzo di queste tecnologie. Una delle principali ragioni di bassa adozione dell’agricoltura di precisione è proprio la resistenza da parte degli agricoltori a investire risorse economiche senza sapere se la tecnologia fornirà un profitto.

Il progetto Kverneland Academy vuole misurare, attraverso uno strumento analitico, gli effetti sui costi e sui ricavi derivanti dall’adozione di tecnologie per l’agricoltura di precisione nel mais da granella. La tabella seguente riporta i dati di confronto fra tre tipi di preparazione del terreno (aratura, minima lavorazione e strip tillage) abbinate a tre diversi livelli di agricoltura di precisione:

  1. no elettronica;
  2. dose variabile del seme;
  3. dose variabile del concime.

Come si nota dai dati. la dose variabile del seme è il sistema che permette di massimizzare il reddito netto finale e questo vale anche se si adottano le tecniche di lavorazione tradizionali.

Nell’immagine che segue presentiamo la classifica in base al reddito netto delle prove 2019, dove si nota come i primi tre posti sono occupati da minima lavorazione e strip till abbinati a dose variabili di seme e di concime. Senza elettronica il reddito si abbassa drasticamente.

Anche le prove su mais da granella del 2020 (terzo anno di prove dell’Academy) dimostrano come l’abbinamento delle minime lavorazioni alla semina a dose variabile permettano di raggiungere il reddito netto più elevato.

La conclusione è che, se si vuole partire con il piede giusto, è necessario eseguire la semina con seminatrici di precisione gestite dal Gps, con organi di lavoro capaci di una deposizione perfetta anche in condizioni di terreno grossolano. Nelle immagini che seguono si vede il cuore delle seminatrici Optima di Kverneland e l’esclusiva unità di semina HD II.

Il passo successivo è dotarsi di mappe del suolo e di prescrizione per effettuare o far effettuare dal contoterzista le semine a dose variabile. Ma in questo caso occorre informarsi adeguatamente, perché l’operazione richiede un elevato tasso di professionalità.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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