Roberto Bartolini30 Settembre 20204min8230

Serve l’occhio vigile del Ministero sulle Regioni, altrimenti la nuova Pac sarà un flop

nuova pac

Il pessimo stato di avanzamento della spesa dei PSR 2014-2020 mette in rilievo due fatti:

  1. La cronica incapacità del nostro paese di utilizzare al meglio le risorse che l’Europa ci mette a disposizione.
  2. Il forte divario di efficienza e di efficacia operativa delle diverse amministrazioni regionali.

Si tratta di due difetti nazionali non di poco conto, se pensiamo che dobbiamo scrivere la nuova Pac post 2022 e che le nuove regole europee prevedono maggiore autonomia per gli Stati membri e per le Regioni nel definire i capitoli di spesa e la distribuzione delle risorse. Sino a oggi dovevamo più o meno seguire le indicazioni stringenti di Bruxelles, per domani dovremo seguire certamente una serie di raccomandazioni, ma dobbiamo fare da soli e questa libertà può tramutarsi in un disastro nazionale. Il perché è presto detto.

Burocrati avulsi dalla realtà operativa

La maggior parte delle strutture amministrative regionali che si occupano di agricoltura sono costituite per lo più da burocrati che non hanno la benché minima idea di quelle che sono le esigenze reali dei diversi comparti che compongono il mosaico produttivo agricolo delle diverse regioni. Agiscono da sempre solo ascoltando le richieste che provengono da tutti i diversi attori e in ossequio agli equilibri politici del caso, cercando di accontentare tutti. Manca completamente una visione programmatica che parta da poche ma strategiche priorità.

Si fanno, o meglio si facevano, decine di convegni e di tavole rotonde per capire le priorità relative a innovazione tecnologica e gestionale, mercati e via dicendo, ma poi rimane tutto nel dimenticatoio. Alla fine, quando si deve decidere, diventano tutte indistintamente priorità le richieste che provengono dalla base, e devono essere tutte esaudite, pena insoddisfazioni crescenti, che si tramutano in ripicche che non si sa poi a quali conseguenze possano portare. Le amministrazioni regionali godono di ampia autonomia e questo è un bene se sono efficienti ed efficaci, ma è un male insanabile se non lo sono.

Mipaaf, batti un colpo se ci sei

In vista della scrittura della nuova Pac, di fronte a questi ben conosciuti difetti italici sarebbe quanto mai opportuno che l’amministrazione centrale, cioè nel caso del settore agricolo il Mipaaf, esercitasse con continuità un’attività di verifica e di supervisione, ma anche di assistenza e di supporto decisionale ove fosse necessario alle amministrazioni regionali. Non si tratta di una possibilità: dovrebbe essere un’azione obbligata e continuativa, con l’obiettivo prima di tutto di standardizzare in positivo il comportamento operativo delle diverse regioni e successivamente, se necessario, anche di comminare le dovute sanzioni qualora si manifestassero recidive.

Se non si volterà pagina in queste direzioni, la nuova Pac che partirà dal 2023 si rivelerà ancora una volta incapace a indirizzare sostegni economici mirati dove ce ne è veramente bisogno per modernizzare la nostra agricoltura.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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