“Sodo e minima lavorazione hanno solo vantaggi: è l’unica strada per essere competitivi”
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«Se riusciamo a semplificare le tecniche agronomiche introducendo innovazioni che ci permettono di ottenere rese elevate, minori impatti ambientali e minori ore spese in campo, noi allevatori possiamo finalmente dedicare più tempo alle nostre vacche che ci ripagheranno con più latte e più qualità».
Giuliano Menghini, agricoltore e allevatore di Poggio Rusco (Mantova) parlava così nel 2015, dopo che aveva messo definitivamente in soffitta l’aratro per sposare le lavorazioni conservative. E oggi, a distanza di tre anni, traccia un bilancio positivo delle sue scelte e guarda ancora avanti.
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«Le nuove tecniche di lavorazione del terreno per me hanno solo dei lati positivi – dice oggi Menghini -. L’aratura è la distruzione sistematica della struttura del suolo e della microfauna, oltre a comportare costi ormai insostenibili. Noi applichiamo il sodo al frumento al mais e alla medica. Per le prime due colture non incontriamo problemi, mentre per la medica pensiamo sia meglio la minima lavorazione e per questo stiamo provando il coltivatore Qualidisc di Kverneland».
Questa l’impressione che Menghini ha avuto del Qualidisc: «Dalle prime messe in campo, anche su terreni argillosi, ci sembra che l’attrezzatura svolga un ottimo lavoro, non aggressivo e senza formare suole di lavorazione. Continueremo a provarlo ancora per qualche settimana, ma riteniamo sia una macchina valida per i nostri obiettivi».
Menghini fa parte di quella schiera di agricoltori che non si fermano mai e cercano continuamente di innovare, per migliorare il loro conto economico ma anche per preservare suolo e ambiente. Sono esempi che andrebbero imitati, per il bene e il futuro della nostra agricoltura.
2 commenti
Mario
24 Agosto 2018 at 10:41 pm
La semina in sodo è possibile nei terreni in pendenza ??
Roberto Bartolini
27 Agosto 2018 at 5:38 pm
Gentile Mario, proprio sui terreni in pendenza la semina su sodo mette in pratica una delle sue prerogative, cioè l’eliminazione dei fenomeni erosivi e dei ruscellamenti superficiali. Infatti nelle Marche, la regione che ha la stragrande maggioranza di ettari a sodo, da 20 anni almeno tutto il frumento seminato in collina è su sodo.