Soia biologica: la tecnica per fare buone produzioni (e un ottimo reddito)

soia-biologica

Un prezzo di mercato attorno a 64 euro/quintale per produzioni da 32 a 45 q/ha, con spese ridotte rispetto alla convenzionale, mettono le ali alla soia biologica che negli ultimi due-tre anni sta attirando sempre più l’attenzione degli agricoltori. Mentre il mais in regime bio riduce la produttività di quasi il 40% rispetto al mais in regime convenzionale, la soia senza “chimica” se la cava meglio, con una riduzione della resa inferiore al 20% rispetto alla soia coltivata con metodo convenzionale. Questo il segreto del crescente successo della soia biologica, anche se occorre saper gestire bene le infestanti, che rimangono il problema numero uno.

Combattere le infestanti della soia senza la chimica

La soluzione più efficace è quella di applicare le “false semine”, cioè preparare il terreno e dopo una quindicina di giorni ripassare con un coltivatore. Alla fine di queste operazioni si può avviare la “semina vera”.

Una seconda soluzione per diminuire la competizione delle infestanti sono le semine ritardate, cioè da fine maggio al 15 giugno con varietà di soia del gruppo 1 oppure 1-.

Terza soluzione è l’uso dell’erpice strigliatore fino alla quarta foglia e anche successivamente, con il vantaggio aggiuntivo di rompere la crosta superficiale arieggiando il suolo, per aumentare l’attività biologica dei rizobi.

Concia del seme e uso di concimi fosfo-potassici alla semina

Secondo il tecnico Andrea Calgaro di Agricola Grains che ne ha parlato di recente sull’Informatore Agrario, la concia della semente è utile per aumentare la resistenza agli stress della soia e velocizzare lo sviluppo della coltura nelle prime fasi. Alla semina è bene distribuire concimi pellettati o microgranulari ammessi dal regime biologico a base di fosforo e potassio, elementi importanti per la buona crescita della soia.

Le migliori varietà di soia biologica

Per quanto riguarda le varietà consigliate per la soia biologica, sembra opportuno puntare su tipologie a crescita indeterminata e ramificata con interfile larghe, per aumentare il numero di piante sulla fila in modo tale da soffocare le infestanti e rendere più facile la lavorazione successiva. La densità ideale va da 45 a 55 piante al metro quadro.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Daniel

    8 Marzo 2019 at 7:54 pm

    L’articolo è molto ben strutturato e chiaro, complimenti! Sono d’accordo sulle soluzioni che offre per le infestanti. Tuttavia, per me, il problema più grande sono le cimici. Ha qualche consiglio per combattere?

    Rispondi

    • Roberto Bartolini

      11 Marzo 2019 at 12:21 pm

      Buongiorno e grazie per i suoi complimenti. Venendo al problema che mi sottopone, la questione non è nuova, quindi è necessario contattare le società sementiere dal quale acquista il seme per capire cosa consigliano, anche se non ritengo ci sia molto da fare. La diffusione delle cimici è infatti legata all’andamento climatico, che se è caldo e siccitoso come lo scorso anno, vicino alla raccolta favorisce le infestazioni. Forse è opportuno valutare bene l’epoca di semina e la scelta della varietà e per questo i sementieri offrono solitamente dei buoni consigli.
      Cordialità

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato I campi obbligatori sono contrassegnati


Chi siamo

Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


CONTATTACI