Roberto Bartolini22 Febbraio 20216min16190

Titoli Pac bloccati ai valori 2019, stop alla convergenza

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Il valore dei titoli Pac nel nostro Belpaese varia da 119 euro/ha a 30.000 euro/ha e oltre. L’Unione europea ha lasciato gli Stati membri liberi di decidere cosa fare nel triennio 2020-2022 e l’Italia ha deciso di bloccare il valore dei titoli Pac per tutti gli agricoltori al valore del 2019. In sostanza il nostro governo ha pensato bene di non seguire le raccomandazioni europee, che mirano a una distribuzione più equa del sostegno al reddito degli agricoltori, diventando sempre più difficile giustificare differenze significative a livello individuale sulla base di vecchi riferimenti storici.

Da dove ha origine tanta diversità di valore

«La diversità tra il valore dei titoli posseduti dai nostri agricoltori nasce dal disaccoppiamento attuato nel lontano 2005, basato su criteri storici che si riferivano al periodo 2000-2002», spiega l’agronomo Angelo Frascarelli in un intervento su Terra e Vita. «Oggi la media del valore dei titoli del pagamento di base è di 217,64 euro/ha, ma ci sono forti diversità tra almeno quattro categorie di agricoltori»:

  1. Titoli di valore basso (119,96 euro/ha): riguardano agricoltori specializzati in viticoltura, frutticoltura, foraggere o settori che non beneficiavano di pagamenti diretti nel 2000-2002.
  2. Titoli di valore medio (200-300 euro/ha).
  3. Titoli di valore alto (1000 euro/ha e oltre): riguardano agricoltori storici che provengono da settori super sostenuti dalla Pac 2000-2002 come pomodoro da industria, agrumi, tabacco, zootecnia da latte e da carne, olivo, riso.
  4. Titoli di valore altissimo (40.000-60.000 euro/ha): riguardano pochi agricoltori che possiedono titoli derivanti dal disaccoppiamento dei vecchi premi zootecnici, oppure che nel 2014 erano in possesso di titoli speciali e che poi nel 2015 sono stati abbinati a pochi ettari di superficie agricola, come si poteva fare in base al regolamento 1307/2013. Si tratta per esempio di imprese di macellazione o allevamenti senza terra.

Cosa sarebbe successo nei prossimi tre anni, se fosse stata confermata la convergenza

La decisione italiana di bloccare la convergenza dei titoli ha come conseguenza quella di mantenere l’attuale ampia variabilità di valori dei titoli, che è poco giustificata per agricoltori che svolgono attività agricole analoghe. Il fatto poi che tali differenze derivino da situazioni risalenti a venti anni fa è oltremodo paradossale.

Ma vediamo cosa sarebbe cambiato se l’Italia avesse deciso di attuare la convergenza del valore dei titoli.

Azienda con titoli bassi (se ci fosse la convergenza)

  • 2019: 119,96 euro/ha
  • 2020: 142,91 euro/ha
  • 2021: 165,86 euro/ha
  • 2022: 188,81 euro/ha

Senza la convergenza, invece, questa azienda manterrà il valore di 119,96 euro sino al 2022, quindi sarà penalizzata.

Azienda con titoli medi (se ci fosse la convergenza)

  • 2019: 206,61 euro/ha
  • 2020: 206,61 euro/ha
  • 2021: 206,61 euro/ha
  • 2022: 206,61 euro/ha

Senza la convergenza l’azienda rimarrà ancorata sullo stesso valore dei titoli, cioè 206,61 euro/ha, in quanto il valore è prossimo alla media nazionale. Quindi per questa fascia di agricoltori la convergenza non ha effetti.

Azienda con titoli alti (se ci fosse la convergenza)

  • 2019: 1.376,30 euro/ha
  • 2020: 1.118,41 euro/ha
  • 2021: 869,52 euro/ha
  • 2022: 620,63 euro/ha

Invece senza la convergenza questi agricoltori manterranno sino al 2022 il valore dei titoli fisso a 1367,30 euro/ha senza nessuna riduzione, quindi bel al di sopra della media nazionale.

Azienda con titoli altissimi (se ci fosse la convergenza)

  • 2019: 37.112,11 euro/ha
  • 2020: 29.758,96 euro/ha
  • 2021: 22.405,81 euro/ha
  • 2022: 15.052,66 euro/ha

Senza la convergenza il valore dei titoli rimarrà invece bloccato a 37.112,11 euro/ha fino al 2022.

Conclude Frascarelli: «Ci sono agricoltori che hanno abbandonato la zootecnia o il tabacco già da oltre dieci anni e continuano a beneficiare di elevati pagamenti storici legati allo status del 2000-2002. Mentre all’opposto ci sono agricoltori che hanno titoli inferiori a 120 euro/ha. Il processo di convergenza si basa dunque su valide motivazioni». Ma… lasciamo ai lettori le conclusioni finali.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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