Unifeed: come preparare un ‘piatto unico’ ideale
«La forma fisica dell’unifeed è un punto chiave per il buono stato di salute delle bovine, perché consente a una quota di fibra di accumularsi nel rumine andando a formare il materasso ruminale che ha il compito di rallentare la fuoriuscita delle particelle più fini (che sono in gran parte costituite dai mangimi) e stimolare la ruminazione». Lo afferma Mattia Fustini dell’Università di Bologna.
L’aumento della ruminazione produce più saliva, che ha un effetto tampone sugli acidi grassi ruminali e limita il rischio di caduta del pH che provoca l’acidosi ruminale. Dunque, se l’unifeed non è correttamente preparato e non si presenta omogeneo lungo tutta la giornata, la bovina nell’alimentarsi sceglie le particelle più fini della razione, e così facendo diminuisce la digeribilità della dieta a causa di un transito più veloce degli alimenti e per fluttuazione del pH a causa della scarsa produzione di saliva.
«La presenza di fieno più lungo nella miscelata – dice Fustini – fa sì che le bovine scartino queste particelle e così gli animali mangiano più concentrati e meno fibra efficace, e questo alla fine comporta problemi digestivi e riduzione dei titoli in grasso del latte». Per avere una miscelata ottimale è necessario perseguire i seguenti obiettivi:
- Trinciare nettamente i foraggi lunghi fino a 2-4 cm finali
- Utilizzare tempi di miscelazione brevi per non rovinare la cosiddetta fibra efficace degli alimenti inclusi nel carro già corti e più fragili
- Rispettare l’omogeneità della miscelata
- Assicurarsi della sofficità della massa di alimenti evitando che ci siano punti di eccessiva compressione