Roberto Bartolini11 Dicembre 20195min20482

Virtù e usi del sorgo, una coltura da valorizzare su tutti i terreni

sorgo

L’Europa punta forte sul sorgo ed è più che mai attiva Sorghum ID, l’associazione interprofessionale europea dedicata alla promozione del sorgo, che ha organizzato nei giorni scorsi un convegno a Bologna per ricordare le immense potenzialità di questa coltura, anche al di là del suo tradizionale e conosciuto uso zootecnico.

Il sorgo ha più proteine del mais, una energia simile o maggiore del mais, più amido del mais, minore rischio di micotossine perché a fiore aperto, un basso tenore di tannini e minore fabbisogno di acqua. Già da queste prerogative si capisce che il sorgo è una coltura che non va trascurata, come purtroppo avviene ancora oggi in Italia.

Grande interesse per i prodotti dedicati all’alimentazione umana

Ma l’interesse del sorgo riguarda anche l’alimentazione umana, con filiere ad alto valore perché la granella di sorgo fa bene alla salute: è ricca di antiossidanti, priva di glutine, ricca di ferro e di grassi insaturi, molto energetica e indicata per tenere a bada la pressione arteriosa.

L’Istituto di bioscienze del CNR di Napoli, la ditta Reino di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) e la ditta di trasformazione Celi di Ariano Irpino (Avellino) hanno dato vita a un progetto di ricerca finalizzata dal campo e alla tavola, che oggi conta una gamma di prodotti alimentari dedicati anche ai celiaci.

Il sorgo food-grade, dal campo alla tavola

Farina, pane, pasta di sorgo bianco, biscotti senza glutine a base di sorgo: sono prodotti con il sorgo food-grade, che ha le seguenti caratteristiche:

  • ha un sapore delicato che è sinergico con altri aromi;
  • contiene l’11,3% di proteine (contenuto paragonabile a quello del frumento) e il 3,3% di grassi (superiore a quello del frumento);
  • è ricco in carboidrati; contiene calcio, fosfato, potassio, magnesio in fibre insolubili e ha scarse quantità di fibre solubili;
  • le proteine e i carboidrati del sorgo sono digeriti più lentamente rispetto a quelli degli altri cereali, ed è noto che un basso grado di digeribilità è particolarmente benefico per i diabetici;
  • è ricco di fenoli e tannini, sostanze antiossidanti associate alla prevenzione del cancro, all’invecchiamento e al miglioramento delle malattie cardiovascolari.

La pianta ideale per biogas e biometano

Il sorgo è prezioso anche per produrre biometano (oggi in Italia ci sono oltre 1600 impianti di biogas), con una resa in etanolo superiore a quella del mais. Da una tonnellata di sorgo da granella si ottengono 400 litri di etanolo.

Il sorgo è pianta ideale per il biogas per almeno quattro buoni motivi: alta efficienza fotosintetica, limitate esigenze di nutrienti, resistente alla siccità, uso efficiente dell’acqua.

Ottimo come secondo raccolto, ma attenzione alla scelta dell’ibrido

Estremamente interessante per il nostro paese è il fatto che il sorgo può essere coltivato a uso energetico e non, anche come secondo raccolto, tenendo presente che i costi di produzione e i cicli colturali possono essere diversi da azienda ad azienda (anche se mediamente produrre sorgo al posto del mais fa risparmiare almeno 500 euro/ha).

Fondamentale la scelta giusta dell’ibrido da seminare, dal momento che le differenze di produzione in una stessa area possono variare a seconda dell’ibrido da 55 a 85 ql/ha in regime asciutto. Dunque massima attenzione prima di decretare che il sorgo non produce!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Tiraboschi Daniele

    25 Dicembre 2019 at 9:28 am

    Buongiorno, che varietà di sorgo mi consiglierebbe?

    Rispondi

  • Luca

    13 Gennaio 2022 at 8:45 pm

    Buongiorno, sono Luca, coltivo in provincia di parma, ho provato per 2 anni sorgo e ahimè ho avuto 2 brutte esperienze, consapevole del fatto che non conoscevo per niente la coltura. Su terreno pieno di infestanti ho voluto iniziare fin da subito con ripper e erpice a dischi, tentando con la falsa semina per quanto riguarda il diserbo ritrovandosi poi a dover fare il post-emergenza per salvare il raccolto che però è stato pessimo. Il secondo anno in appezzamento a fianco ho utilizzato due passaggi di erpice a dischi per interrare letame e erpice rotante per spianare bene, ma per complicanze ho tardato il post-emergenza e mi son trovato con infestanti più alte del sorgo..ho quindi deciso di trinciare tutto per almeno apportare sostanza organica e fare pacciamatura. Da lì ho deciso: mai più diserbo chimici e probabilmente mai più sorgo. Ma è una coltura che mi affascina e vorrei trovare la giusta tecnica per avere qualche risultato senza chimica, mi saprebbe consigliare l’approccio giusto?

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