Roberto Bartolini6 Dicembre 20233min112020

Quanto azoto per produrre frumento di alta qualità

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Aumentare la produzione a ettaro e raggiungere i parametri qualitativi richiesti dai mulini è sempre più importante per fare reddito con il frumento tenero e duro. La fertilizzazione azotata è una delle leve più importanti, oltre alla genetica (ovvero la scelta varietale), per centrare gli obiettivi che ogni agricoltore si prefigge a inizio campagna. Infatti l’azoto ha una forte influenza per determinare i valori del cosiddetto indice W della farina, che determina la forza, la tenacità e l’estensibilità di un impasto e del rapporto P/L, dove P sta per tenacità dell’impasto e L per estensibilità.

Se P è scarso e L alto, l’impasto sarà molle, colloso, poroso e non lievitato, quindi adatto alla produzione di biscotti. Con valori compresi tra 0,5 e 1, invece, gli impasti diventeranno ideali per produrre pane, brioche e panettoni. Dunque frazionare la dose totale di azoto sui frumenti è determinante. A questo proposito, risultano molto utili i consigli di Horta pubblicati in un articolo sull’Informatore Agrario 39/2023.

La figura qui sopra indica le modalità di applicazione dell’azoto in funzione della destinazione produttiva dei grani. I sacchetti di diverse dimensioni danno indicazioni di massima dei rapporti tra le dosi frazionate di azoto che occorre apportare e soprattutto il periodo ideale di distribuzione. Apporti ripetuti a partire dalla fase di accestimento alimentano la pianta nelle fasi di maggiore necessità di azoto e riducono il rischio di percolazioni in falda e in atmosfera.

Tra gli interventi più precoci, quello di inizio levata deve essere il più significativo, per garantire la produttività di quasi tutte le tipologie di frumento considerate. Per grani che devono ottenere alti valori proteici, un’azotatura a fine levata-botticella è fondamentale. Infine, è molto importante determinare le dosi di azoto in rapporto alla varietà seminata. Infatti ci sono varietà che raggiungono i parametri merceologici attesi anche con ampie variazioni di dosaggio di azoto, mentre altre varietà, con apporti di azoto oltre 120 kg/ha totali, abbassano drasticamente i valori qualitativi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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