Spandiconcime, meglio puntare sui modelli a due dischi
La Commissione europea ha stimato in circa 1 milione di tonnellate all’anno, pari ad oltre 500 milioni di euro, la quantità di azoto che non va a bersaglio a causa di modalità applicative inadeguate (Balsari 2011). È quindi bene correre ai ripari non solo per i danni ambientali, ma anche per l’impennata nei costi dei concimi che si è verificata negli ultimi anni.
Su un campione di spandiconcime testati in diverse aziende agricole della pianura padana, l’80% delle attrezzature presenta un coefficiente di variazione della dose distribuita maggiore del 20%, e le differenze tra dose distribuita e dose prefissata sulla metà delle macchine è superiore al 20%.
Le attrezzature spandiconcime a due dischi
Per migliorare la distribuzione dei concimi è bene impiegare esclusivamente spandiconcime a due dischi e tecnologicamente avanzati, equipaggiati con sistemi elettronici di controllo sulla larghezza di lavoro e sulla effettiva quantità di prodotto applicata.
Ultimamente gli spandiconcime a due dischi hanno potuto beneficiare di notevoli miglioramenti costruttivi, con un aumento della capacità di lavoro e un miglioramento nel flusso del concime dalla tramoggia verso il sistema di distribuzione con l’ottimizzazione della caduta del fertilizzante sul disco distributivo. È bene orientarsi su attrezzature dotate di sistemi di regolazione della lunghezza delle alette, per far sì che il granulo di concime stia per più tempo sul disco e possa così aumentare la sua energia cinetica e quindi la sua lunghezza di gittata.