Agrivoltaico, il connubio vincente tra buon cibo ed energia pulita

Agrovoltaico

Francesco Starace (ceo di Enel): «Nel prossimo decennio il sistema energetico mondiale sarà “elettrificato”. L’energia elettrica entrerà come fonte primaria in tutti i processi produttivi spiazzando i combustibili fossili».
Roberto Cingolani (ministro della transizione ecologica): «Noi puntiamo su fotovoltaico ed eolico. Abbiamo il più elevato irraggiamento per metro quadro e siamo come le nazioni ricche che prima avevano il petrolio».
Sono due dichiarazioni che parlano chiaro sulla rivoluzione energetica già in atto, dove l’agricoltura ancora una volta può svolgere un ruolo da protagonista.

La novità: i pannelli verticali

«Il nostro modello di agrivoltaico – ha detto inoltre Cingolani – è solo verticale e non prevede la messa a terra di pannelli. I pannelli sono rialzati e consentono di coltivare al di sotto». Dunque aziende agricole impegnate nella produzione di materie prime alimentari ma anche fornitrici di una quota importante di energia elettrica, che si può aggiungere a quella già generata con il biogas.

Ma rispetto al passato, quando i pannelli stesi a terra occupavano terra fertile e impattavano terribilmente sul paesaggio, ecco che oggi si parla di nuovi pannelli verticali. Certamente si tratta di strutture molto costose da installare, circa il 40% in più di un impianto a terra, oggi non più realizzabile. Ma gli incentivi non mancano e saranno certamente potenziati ulteriormente.

I nuovi pannelli solari rialzati consentono di coltivare al di sotto senza compromettere l’attività agricola.

Gli incentivi statali

Gli incentivi statali già in essere (decreto legislativo n.28 del 3 marzo 2011) vengono ora estesi agli impianti fotovoltaici in ambito agricolo a patto che siano rispettate tre condizioni:

  • Uso di soluzioni innovative.
  • I pannelli devono essere sollevati da terra per non compromettere l’attività di produzione agricola.
  • Le aziende devono avere sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto ambientale.
Gli attuali incentivi statali sono estesi agli impianti agrovoltaici, che devono essere innovativi e verticali con un minimo ingombro sul terreno.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dal governo prevede inoltre 1,1 miliardi di euro per lo sviluppo dell’agrovoltaico, al fine di rendere autonome le aziende agricole ma anche per consentire di immettere in rete energia elettrica pulita.

Il progetto di Enea per l’agricoltura

Enea sta realizzando la prima rete nazionale di agrovoltaico, cioè un sistema di produzione energetica sostenibile che permette agli agricoltori di generare energia pulita mentre coltivano i loro terreni. Siamo ancora ai nastri di partenza, ma per chi ne vuole sapere di più può contattare Alessandra Scognamiglio di Enea all’indirizzo mail alessandra.scognamiglio@enea.it oppure consultare il sito www.agrivoltaicosostenibile.com. Inoltre, è possibile leggere un interessante studio di Enea e Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza sul sito www.sciencedirect.com. Infine, lasciamo qui di seguito un video in cui Alessandra Scognamiglio spiega cos’è l’agrivoltaico sostenibile.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


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