Agrivoltaico, mancano le regole operative e le prove agronomiche
La più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici della Repubblica Popolare Cinese, la Chint, nei giorni scorsi si è accaparrata dall’azienda spagnola Enersid il più importante progetto solare mai concepito a livello europeo su mille ettari di terreni nel nord della Sardegna. Ma questo è solo uno dei tanti cantieri in movimento per il settore: su ettari ed ettari di buona terra in tutta Italia si protendono le mani dei giganti dell’agrivoltaico, che spingono gli agricoltori a cedere o ad affittare gli appezzamenti, con contropartite economiche da capogiro.
Non bastano le linee guida del Mite
Il Ministero della transizione ecologica due anni fa ha pubblicato le linee guida per l’installazione degli impianti agrivoltaici sui terreni agricoli, e successivamente è uscito un decreto ministeriale, ma mancano ancora le regole operative che devono disciplinare le tempistiche per il riconoscimento degli incentivi, i requisiti dimensionali degli impianti e le modalità di monitoraggio. Dunque le regole non sono ancora note, ma intanto multinazionali e società finanziarie si accaparrano i terreni e nessuno si preoccupa dei numerosi problemi agronomici irrisolti sulla gestione delle coltivazioni al di sotto dei pannelli alti da terra. Perché nel decreto ministeriale c’è scritto che è obbligatorio coltivare al di sotto dei pannelli, ma nessuno sa cosa è meglio coltivare e come.
Cosa coltivare sotto i pannelli agrivoltaici
Nessuno in Italia ha esperienze agronomiche consolidate nel merito e i più informati riportano studi condotti all’estero che riportano una classificazione delle colture in base agli effetti che può provocare la riduzione della radiazione luminosa causata dai pannelli. Le riassumiamo qui di seguito.
- Colture non adatte: frumento, farro, mais, alberi da frutto, girasole.
- Colture poco adatte: cavolfiore, barbabietola da zucchero.
- Colture adatte: segale, orzo, avena, colza, piselli, asparago carota, ravanello, porro, sedano, finocchio, tabacco.
- Colture mediamente adatte: cipolle, fagioli cetrioli, zucchine.
- Colture molto adatte: patata, luppolo, spinaci, insalate, fave.
Tanti interrogativi inquietanti
Oltre a questo elenco, alquanto generico, su quali studi e prove di campo possiamo contare per sapere come si comporteranno le nostre colture sotto i pannelli agrivoltaici? Siamo sicuri che è bene scoprirlo solo dopo che i terreni sono stati già ceduti o affittati e i pannelli installati? O non sarebbe meglio, prima di mettere in moto la macchina burocratica delle autorizzazioni, capire qualcosa di più dal punto di vista agronomico? Purtroppo, come spesso accade nel nostro del paese, prima ci si accaparra gli incentivi economici e poi si vedrà come e cosa fare.
Un commento
Michele Cortina
8 Giugno 2024 at 8:33 pm
Articolo ben fatto e molto interessate. Combinare l’energia solare con l’agricoltura può aiutare a ridurre l’impatto ambientale generando energia pulita, e offre anche un’opportunità per gli agricoltori di diversificare le loro entrate. Ma ci sono anche alcune preoccupazioni se l’installazione dei pannelli solari possa avere effetti negativi sui raccolti e sull’ecosistema locale. Sicuramente un’installazione di agrivoltaico non può prescindere da un monitoraggio esteso con sensori di precisione fuori e sotto i pannelli, per raccogliere i dati e valutare gli effetti.