Foraggi, come deve cambiare la lunghezza di trinciatura
La lunghezza di trinciatura ottimale di un foraggio è fondamentale per ottenere un’elevata efficienza produttiva salvaguardando il benessere degli animali. Ma come si fa a individuare la lunghezza giusta? Lo spiega molto chiaramente la tabella che riportiamo qui di seguito, tratta da un articolo del Forage Team di Torino, pubblicato sull’Informatore Zootecnico n.10/2023.
I fattori indicati in tabella che vanno esaminati, in quanto servono per prendere la decisione giusta sulla lunghezza di trinciatura, sono i seguenti:
- Tipologia di foraggio
- Stadio di raccolta
- Tenore di sostanza secca
- Tipo di conservazione
Tipologia di foraggio
La lunghezza di taglio deve essere maggiore per le foraggere prative (prati, medica, loietto), per poi ridursi passando ai cereali vernini e ridursi ulteriormente con silomais e sorghi.
Tanto più elevata è la qualità nutrizionale del foraggio, tanto più dovrà essere maggiore la sua lunghezza di trinciatura e viceversa.
Tenore di sostanza secca
La lunghezza di taglio è minore con sostanza secca elevata, ovvero superiore del 40%, mentre dovrà aumentare per foraggi raccolti a bassi tenori di sostanza secca, ovvero inferiore del 30%. Tutto questo per garantire corretti tempi di permanenza del foraggio nel rumine.
Destinazione del foraggio
Come si vede nell’ultima parte a destra della tabella, va considerata bene la destinazione in trincea, tra rotoballe ad alta densità e rotoballe convenzionali. Ognuna di queste destinazioni necessita di una precisa lunghezza di trinciatura.
Vacche in asciutta e in lattazione
Altro aspetto suggerito dal Forage Team è che la lunghezza di trinciatura dovrà essere maggiore per le razioni di vacche in asciutta e rimonta, al fine di garantire un maggiore effetto di riempimento del rumine, mentre per le vacche in lattazione dovrà essere tanto minore quanto maggiore sarà la produzione di latte, per garantire una maggiore ingestione di sostanza secca.