I biostimolanti riducono gli stress e aumentano la produzione di mais e soia

I biostimolanti sono prodotti contenenti sostanze umiche, estratti di alghe, idrolizzati proteici e microrganismi benefici, che applicati alle colture agricole stimolano tutti quei processi naturali che migliorano l’efficienza di assorbimento dei nutrienti e la tolleranza agli stress ambientali.
Le virtù dei biostimolanti naturali
Si tratta di prodotti “sostenibili” naturali che a seconda della loro composizione sono in grado di attivare numerosi meccanismi utili, quali per esempio:
- Fissazione dell’azoto
- Solubilizzazione del fosforo
- Produzione di fitormoni che stimolano la crescita vegetale e la resistenza ai patogeni
- Produzione di antibiotici ed enzimi naturali
- Produzione di metaboliti antagonisti di microrganismi dannosi
Non c’è dubbio che intorno a questi prodotti vi sia anche un certo alone di scetticismo, dal momento che tanti agricoltori si domandano: “Ma funzioneranno davvero? Vale la pena spendere? Avrò dei risultati?”.
La ricerca dell’Università di Pisa fuga i dubbi
Per fugare i dubbi legittimi, l’Università di Pisa ha svolto una ricerca triennale, i cui risultati sono stati pubblicati su Terra e Vita, che ha dimostrato come il biostimolante applicato al mais e alla soia ha svolto ampiamente la sua funzione, con riscontri economici che ne giustificano ampiamente la spesa. Il prodotto utilizzato è il Mycofertil, che viene commercializzato come concime microgranulare d effetto starter con 12% di N ammoniacale, 6% di potassa, 40% di zolfo e batteri del genere Pseudomonas Putida e Bacillus subtilis. Il prodotto è da utilizzare nel solco di semina alla dose di 10 kg/ha.
Il biostimolante sul mais
La produzione di mais da granella, nella parte di campo dove è stato distribuito Mycofertil, è stata superiore dell’11% rispetto al campo che ha avuto solo la concimazione minerale. I due effetti più evidenti del biostimolante che ha portato all’aumento produttivo si concretizzano nella maggiore asportazione di potassio e nella limitazione dello stress causato dalla scarsa piovosità.
Il biostimolante sulla soia
La coltura di soia testata con e senza biostimolante è stata messa a dura prova dall’assenza di precipitazioni prima e dopo la semina e da ben 23 giorni con temperature massime superiori ai 29 gradi.

In queste condizioni di stress idrico e termico, il vantaggio produttivo attribuibile a Mycofertil localizzato alla semina è stato molto consistente, dal momento che la soia trattata, rispetto a quella non trattata e con concimazione ordinaria, ha prodotto il 25% in più. L’apporto del biostimolante ha stimolato il processo di azoto-fissazione della soia grazie alla maggiore disponibilità di fosforo e potassio e all’incremento della disponibilità di ferro.
Agricoltori, fate dei testi a casa vostra e poi decidete
Dunque, in presenza di un cambiamento climatico ormai evidente, riteniamo che l’agricoltore debba prestare massima attenzione ai biostimolanti, prodotti naturali che incrementano la resistenza naturale delle colture e che meritano di essere testati per almeno un paio di anni nella propria realtà aziendale anche su piccole superfici, per verificarne la validità economica.