Insilati in trincea: come scegliere l’inoculo ideale
Il riempimento del silo con diverse tipologie di foraggi va eseguito con molta attenzione, ma non c’è dubbio che, per orientare al meglio i processi di fermentazione che si svolgono nel corso dei mesi di stoccaggio, è opportuno aggiungere degli inoculi batterici che sono di due tipi: a base di batteri omolattici e a base di batteri eterolattici.
Vediamo ora alcuni casi pratici per utilizzare al meglio, a seconda delle diverse situazioni aziendali, le due tipologie di batteri.
- Silo che viene svuotato durante l’inverno: usare inoculi con batteri omolattici.
- Silo che viene utilizzato durante l’estate: usare inoculi con batteri eterolattici.
- Se si hanno foraggi molto umidi, di erba medica o altre foraggere, per prevenire la fermentazione provocata dai clostridi con produzione di acido butirrico che degrada l’insilato: usare inoculi con batteri omolattici.
- Se si raccolgono foraggi secchi, per evitare il surriscaldamento nel silo: usare inoculi con batteri eterolattici.
Quando distribuire l’inoculo e con quale acqua
La distribuzione dell’inoculo è opportuno venga fatta nella fase di raccolta e di trinciatura del prodotto, installando sulla macchina operatrice apposite attrezzature accuratamente calibrate per la omogenea distribuzione dell’inoculo. È bene evitare di usare l’acqua dell’acquedotto, che contiene in genere abbondante cloro che svolge un’azione antibatterica e quindi limiterebbe l’attività dei batteri inoculati. Meglio utilizzare l’acqua di pozzo o l’acqua piovana, raccolta in cisterna e filtrata con carboni attivi.