Roberto Bartolini8 Aprile 20222min58292

Mais a 400 euro/tonnellata, e nei prossimi mesi?

mais

Le flessioni di prezzo accusate dal mais sui mercati a termine, e anche nelle nostre borse merci, hanno fatto aumentare le perplessità dei nostri agricoltori sulla convenienza a seminare mais, stante l’esplosione dei prezzi delle materie prime. L’esperto di mercato Stefano Serra, in un recente articolo su Terra e Vita, afferma che queste lievi flessioni non debbono trarre in inganno, perché la conferma del blocco dell’export dell’Ucraina per parecchi mesi a venire e le mancate semine 2022 fanno uscire definitivamente di scena un paese strategico nel commercio internazionale del mais non ogm.

Scorte ai minimi in America

Dunque il livello di prezzo di 400 euro/tonnellata non dovrebbe modificarsi più di tanto nei prossimi mesi e fino alla fine del 2022, per la diminuzione delle scorte delle Americhe e per la crescente pressione della domanda. Quindi l’unica reale prospettiva di approvvigionamento rimane il mais ogm statunitense, anche se il sistema commerciale delle Americhe da anni guarda avanti 9-12 mesi e oggi è già sold out sia per l’imminente raccolto sudamericano che per il futuro raccolto 2022 Usa, che tra l’altro è tutto da confermare a livello di semine.

Subito un aiuto accoppiato per il mais

La tensione sui mercati, soprattutto per reperire mais, metterà il nostro paese di fronte a notevoli difficoltà, pertanto sarebbe auspicabile utilizzare tutte le superfici disponibili, anche in secondo raccolto, per aumentare il più possibile il nostro raccolto. Un aiuto accoppiato al mais già da questa campagna sarebbe una mossa saggia del nostro governo per dare una definitiva spinta alle semine, che per noi sono sempre più indispensabili, e per compensare lo straordinario aumento dei costi che devono sopportare i nostri agricoltori.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Alessandro Maccaglia

    9 Aprile 2022 at 8:48 pm

    Ma quale aiuto accoppiato?!?!?! Se non si eliminano i cinghiali non avremo mai un chicco di mais italiano in più. Queste sono le conseguenze di una politica scellerata che va avanti da anni

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  • Amedeo Cattaneo

    10 Aprile 2022 at 2:10 pm

    Altro che storie in un momento di vacche magre anche le microaziende agricole tornano alla ribalta.C era il sospetto che si potesse fare conto solo sulle maxi aziende quelle strutturate si fa per dire ma giganti dai piedi di argilla .Più sei grande e più sei esposto con la banca . Comunque credo che il perdurare della situazione in Ucraina lascerà spazio alla possibilità per noi di coltivare ogm e che se si vorrà mantenere un giusto grado di approvvigionamento alimentare questa sia l unica strada E i prezzi delle commodities non fanno altro che rimanere alti con buona pace di chi considera i produttori l anello debole della catena.

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