Mais, puntiamo sui precocissimi nelle aree soggette a stress

I terreni difficili da lavorare in tempera dopo le raccolte autunnali e le aree soggette a stress idrici e ad attacchi parassitari, dove è arduo produrre granella sana, sono le destinazioni ideali per gli ibridi di mais precocissimi (il più famoso è il Ronaldinio, ma ne sono seguiti molti altri dopo i suoi successi). E bisogna parlarne perché nelle condizioni colturali sopracitate, che non sono affatto rare in Italia, i mais precocissimi fanno tornare i conti, come sostengono anche i numeri di un lavoro in campo eseguito dal gruppo di Amedeo Reyneri dell’Università di Torino e pubblicato sull’Informatore Agrario.
Quando si semina un mais precocissimo
Il ciclo di coltivazione del mais precocissimo è più corto di circa 45-50 giorni rispetto a un mais di classe FAO 500-700, quindi i mais precocissimi possono collocarsi sia come coltura principale, con semine a fine marzo e raccolta nell’ultima settimana di luglio, oppure come coltura intercalare dopo frumenti e/o orzo, con semina a metà giugno e raccolta verso il 20 di ottobre.

Si risparmia in irrigazione e trattamenti antipiralide
La brevità del ciclo del mais precocissimo permette un notevole risparmio negli interventi irrigui che, nelle prove svolte da Reyneri, si è tradotto in tre interventi irrigui in meno rispetto a un ibrido medio-tardivo. Inoltre si evitano i trattamenti antipiralide, necessari in alcuni casi se si usa il precocissimo come coltura intercalare.
Da notare anche che si risparmiano almeno 100 euro/ha anche per la concimazione, dato l’elevato vigore di partenza dei precocissimi che sfruttano meglio le riserve nutrizionali del terreno.

Maggiore densità di semina e interfila a 50 cm
Per minimizzare le differenze produttive rispetto ai mais di ciclo più lungo, con i mais precocissimi è opportuno adottare l’interfila ridotta a 50 cm e fare investimenti sino a 10,5 piante/mq, o anche di più a seconda dell’ibrido prescelto.
La densità di semina e l’interfila stretta sono fattori chiave per rendere convenienti i precocissimi. Le prove di campo dimostrano infatti che, per esempio, a 12 piante/mq e con interfila a 75 cm si producono 125 ql/ha, mentre con interfila a 50 cm si producono 140 ql/ha. Analoghi andamenti si hanno anche con densità di 9,10 e 13,5 piante/mq.
Quanto producono i mais precocissimi
I mais precocissimi, rispetto a quelli con ciclo pieno, producono mediamente il 15-20% in meno, ma sono inferiori anche i costi per irrigazione e difesa, come abbiamo appena visto. Inoltre la maggior parte di questi tipi di mais presentano granella con frattura semi-vitrea che la rende adatta a impieghi per usi alimentari, con la possibilità di sottoscrivere contratti di coltivazione in pre-campagna a prezzi predefiniti e, spesso, anche con premi supplementari.
Cover crops dopo la raccolta
Poiché i mais precocissimi sono indicati soprattutto dove ci sono limiti pedoclimatici o agronomici, se vengono seminati come coltura principale consentono di seminare le cover crops già ai primi di settembre, che è il periodo ideale per ottenere il massimo da queste colture. Che copriranno i terreni durante l’inverno, favorendo la strutturazione degli aggregati, l’assorbimento dei nutrienti rimasti dopo la coltura principale evitandone la lisciviazione, l’aumento progressivo della sostanza organica e la cattura della Co2.
Se si scelgono cover crops gelive come la senape o il tillage radish, che si devitalizzano con il gelo invernale, per la semina nella primavera successiva della coltura principale si potrà operare direttamente su sodo o al massimo su un terreno preparato con un solo passaggio di erpice a dischi.

