Vigneti Italia: la richiesta per i nuovi impianti supera di dieci volte la disponibilità nazionale

Le nuova legislazione per ottenere l’autorizzazione ai nuovi impianti di vigneto (vedi notizia) non ha scoraggiato i viticoltori italiani che, forti dei successi che sta ottenendo il nostro vino in tutto il mondo, hanno sommerso le regioni con le domande per poter realizzare nuovi vigneti. E così sono state presentate 12.528 domande, per un totale di ben 66.198 ettari di nuove vigne.
Ma ogni paese ha un tetto che non può superare e per l’Italia il limite invalicabile di superficie corrisponde a 6.376 ettari, una superficie ben lontana da quella che ci è stata assegnata dall’Europa. E allora cosa succede? Succede che le Regioni dovranno applicare criteri di selezione previsti dalla nuova regolamentazione e per ogni richiedente il numero totale di ettari assegnati si calcolerà tenendo conto della proporzione a livello regionale tra le superfici richieste e quelle ammissibili per le nuove autorizzazioni. Si tratterà di superfici assegnate molto diverse da quelle che si aspettavano i nostri produttori.
Le autorizzazioni saranno rilasciate dalle Regioni entro il 1° giugno prossimo.
Troppi nuovi ettari nelle varie regioni
Vediamo ora un dettaglio regionale delle superfici richieste dai viticoltori.
- Veneto: 34.678 ha
- Emilia Romagna: 4.563 ha
- Friuli: 10.871 ha
- Sicilia: 4.727 ha
- Puglia: 4.043 ha
- Toscana: 2.745 ha
- Abruzzo: 938 ha
- Piemonte: 391 ha
- Lombardia: 849 ha
- Campania: 469 ha
- Altre regioni: 1924 ha
- TOTALE: 66.198 ha
(fonte: L’Informatore Agrario)
Dunque la voglia di vigneto espressa dall’Italia per gran parte rimarrà tale, limitando così la possibilità di investire e di incrementare il business e la redditività aziendale. C’è da chiedersi se i nuovi vincoli europei siano davvero necessari in un mondo e in un mercato globalizzato dove indubbiamente occorre mettere alcune regole, evitando però di creare altri ostacoli e vincoli a coloro che coltivano la terra e che soprattutto hanno il coraggio di rischiare con nuove imprese in settori dove il nostro paese dimostra di poter dettare legge nel mondo.