Roberto Bartolini2 Novembre 20203min8200

Agricoltori, il trattore non è più uno status symbol. Sono gli attrezzi che fanno guadagnare

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Nel 2019 il mercato delle attrezzature agricole in Italia è stato pari a 5,2 miliardi di euro, contro 1,7 miliardi di euro dei trattori, ben di tre volte inferiore. Era ora: finalmente gli agricoltori ragionano da imprenditori, lasciandosi alle spalle i tempi in cui ogni anno gareggiavano con il vicino per vedere chi aveva il trattore più potente e sfavillante. Per attaccare poi seminatrici vetuste e imprecise, oppure spandiconcime e botti vecchie di vent’anni.

Erano tempi di vacche certamente più grasse di quelle di oggi ma anche, diciamolo con franchezza, di scelte a volte scellerate, tempi nei quali abbiamo buttato al vento una montagna di soldi per caricare le aziende agricole di potenze sovradimensionate rispetto alle reali necessità. Poi una Pac sempre più magra, i prezzi sempre più volatili, ma anche una maggiore coscienza per il rispetto della sostenibilità e delle richieste dei consumatori e del mercato stanno facendo il miracolo: gli imprenditori agricoli che fanno i conti sono convinti che la differenza sui bilanci aziendali non la fanno i trattori, bensì le attrezzature che attaccano ai sollevatori anteriori e posteriori.

Oggi l’unica cosa davvero necessaria nel trattore è che sia Isobus, e lo può diventare con pochi spiccioli anche un trattore datato. Poi quello che conta è disporre di attrezzature ben progettate e ben costruite per lavorare il terreno con tecniche conservative, seminatrici precise e veloci, spandiconcime e botti che lavorino all’insegna della massima precisione, mandando tutti i mezzi tecnici a bersaglio e azzerando gli sprechi, per razionalizzare i costi e aumentare la produttività delle colture. Meglio ancora se si adottano le tecniche di precisione, le mappe di raccolta, le mappe di prescrizione per le dosi variabili, le mappature del suolo, i satelliti e via dicendo.

L’agricoltura da reddito, quella che fa stare l’azienda agricola sul mercato, non si fa con i trattori, che devono essere solo la centrale di potenza per cui sono nati, bensì con le attrezzature, che fanno la differenza. Il mercato le offre in grandi quantità, ma quello che conta è la qualità e le performance di ciò che si acquista. E la scelta deve essere ponderata e mirata.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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