Agricoltura biologica, il rame si salverà dall’assurda minaccia di venire messo al bando in Europa?

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Sui fitosanitari a base di rame pende la spada di Damocle di una recente decisione della Commissione europea, secondo la quale entro il 31 gennaio 2018 potrebbe scadere l’approvazione di tutti i prodotti di difesa a base di rame. Ma è possibile fare biologico senza rame? La risposta è no: non ci sono prodotti che lo possano sostituire. Al limite si può forse pensare, ma non si sa con quali conseguenze, di ridurne le dosi di impiego, che oggi sono di 6 kg/ha l’anno di principio attivo.

Ma perché i legislatori hanno messo il rame sotto accusa? Perché dicono che si tratta di un elemento poco mobile che tende ad accumularsi negli strati superficiali dei suoli.

Alcuni organismi internazionali stanno già lavorando per scongiurare la messa al bando del rame, e speriamo che vengano ascoltati dai burocrati europei. Inoltre, alcuni osservatori ritengono che i prodotti a base di rame possano ottenere una nuova approvazione quasi certamente con quantitativi annui più bassi degli attuali, per esempio 4 kg/ha di principio attivo al posto dei 6.

Rimane il fatto che la lotta ad alcune patologie non può prescindere dal rame, e visto il successo del biologico sul mercato, non è proprio il caso di frenarne la crescita.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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