Agricoltura, la sostenibilità va certificata e comunicata
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Da tanti mesi non facciamo che sentir parlare di sostenibilità, ormai uno dei paradigmi indispensabili per qualsiasi tipo di attività. La cosiddetta impronta ambientale di ogni attività umana è infatti diventata centrale di ogni strategia operativa di qualsiasi azienda, piccola, media o grande che sia. E l’agricoltura non può chiamarsi fuori, anzi: l’agricoltore è colui che lavora a cielo aperto, a contatto con la terra, l’acqua e l’aria, i tre elementi del pianeta che sono malati.
Quindi l’agricoltore ha un compito prioritario: quello di essere lui per primo sostenibile, tanto che tutte le politiche europee che lo riguardano lo premiano per questo impegno e lo premieranno sempre di più, da oggi in avanti. Ma occorre dare un significato pratico alla sostenibilità di una produzione agricola: infatti non bastano i numerosi marchi oggi in vigore, che anzi generano il più delle volte confusione e sottendono a volte anche la malafede.
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Per porre rimedio a questa babele di sigle l’Unione europea ha deciso di varare la metodologia Pef, cioè un percorso univoco di calcolo dell’impatto ambientale di prodotti e servizi, accreditato e documentato, per armonizzare le etichette e le certificazioni attualmente presenti sui mercati.
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Ne ha parlato Sara Cortesi di Enea nel corso di un webinar organizzato da Filiera italiana foraggi e dall’Associazione italiana foraggi essiccati. Questa metodologia Pef sarà alla base del marchio “Made Green in Italy”, al quale potranno aderire solo prodotti e servizi che rispondono a determinati requisiti di impatto ambientale al fine di valorizzarli sui mercati internazionali e nazionali.
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Il progetto italiano Life Magis, finanziato dall’Ue, supporterà la diffusione del marchio “Made Green in Italy” in diverse filiere, compresa quella agroalimentare.
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Il percorso che deve compiere il nostro agricoltore
Se un imprenditore agricolo decide di abbracciare un percorso produttivo di sostenibilità certificata ha davanti a sé quattro passi da compiere:
- Consapevolezza: quali sono le migliori pratiche agricole e le strategie da applicare in azienda.
- Analisi: quale è la situazione aziendale di partenza e qual è l’impatto ambientale dell’azienda su ciò che produce e porta al mercato.
- Miglioramento: identificazione dei punti sui quali agire per diminuire l’impatto ambientale dei prodotti e per valorizzarli al meglio.
- Comunicazione: dei nuovi processi implementati al fine della sostenibilità certificata.
Sembrano ragionamenti teorici, ma non lo sono affatto. Il mercato ha dettato queste regole e chi non si adegua in breve tempo avrà la strada sbarrata.