Agricoltura, Malavolti: “Non basta rottamare, occorre una visione strategica”

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«Oggi non basta cambiare una macchina vecchia con una più nuova, come si fece nel 2010. Occorre invece che la macchina sia funzionale a un nuovo modello di economia e che sia inserita in un sistema tecnologico bene integrato. Definire le priorità, la vocazione dei diversi territori, l’impatto delle tecnologie sull’economia delle imprese agricole è comunque un lavoro complesso, che richiede competenze specialistiche e una regia accorta». È il commento di Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, in una recente intervista su Terra e Vita. di cui riportiamo uno stralcio.

Del resto gli obiettivi da raggiungere sono fissati a livello europeo, e il lavoro dei governi nazionali sarà comunque monitorato in modo costante…

«L’Europa investe nel “Next Generation” per realizzare una nuova visione dell’economia e del rapporto fra attività produttive e risorse naturali: il nostro piano nazionale va allineato con quella visione. L’Unione europea vuole fare da apripista sull’economia circolare e sostenibile, e il piano di ripresa deve puntare su obiettivi alti e d’interesse collettivo, magari superando alcune concezioni un po’ corporative…».

Il Piano nazionale per la ripresa destina 500 milioni di euro all’innovazione tecnologica, ma non si sa ancora quanto spetti alla meccanizzazione agricola.

«In effetti il piano non ha ancora una forma definitiva, e questo spiega un certo fermento nelle associazioni della filiera agricola e agroindustriale per richiamare l’attenzione su questa o quella esigenza. Come federazione stiamo lavorando su un documento organico, che contenga dati precisi sui fabbisogni di meccanizzazione e indicazioni sulle possibili strategie di attuazione del piano».

La meccanica agricola, insomma, allarga il proprio raggio d’azione e punta a ricevere sostegni sotto differenti voci di finanziamento. Come si combina questo con alcuni dossier ancora aperti, come quello della revisione?

«Per quanto si possa rinnovare il parco macchine, avremo sempre una grande quantità di veicoli vecchi e pericolosi, che debbono essere sottoposti a revisione. La revisione viene descritta come una specie di ciclone che minaccia le imprese agricole, mentre nella realtà è un intervento che si attua in modo molto progressivo, e che punta solo a ripristinare nelle macchine i requisiti funzionali essenziali che queste avevano al momento della loro fabbricazione».

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