Boom della soia non ogm in Italia: superati i 400 mila ettari e i 40 euro/quintale

Ci sono voluti parecchi anni e un prezzo del mais in costante flessione per convincere gli agricoltori italiani che la soia è una coltura che deve trovare un posto stabile, e non ballerino come è stato dal post Gardini, nella rotazione colturale dell’azienda a seminativi. I vantaggi agronomici sono noti, dato che è una leguminosa azotofissatrice, e a questi punti di forza oggi si aggiungono quelli derivanti da una forte richiesta del mercato di soia non ogm, che tuttavia in giro per il mondo è merce rara.
La soia italiana ogm free fa breccia sul mercato
In Italia, oltre un milione di tonnellate di soia è garantito ogm free e gli acquirenti sembrano premiare questa nostra virtù, dato che il prezzo della soia nazionale è passato dai 37 euro/quintale di gennaio agli oltre 41 euro/quintale di questi giorni.
La soia, infatti, sta facendo breccia nel carrello della spesa dei consumatori, che essendo sempre più attenti alle etichette, premiano i prodotti a base di soia italiana.
Facciamo bene la soia, anche di secondo raccolto
Questo fatto deve convincere i nostri agricoltori a continuare sulla strada del “ritorno a fare soia per bene”, che significa scegliere le varietà giuste tra le tante novità genetiche in commercio e applicare un percorso colturale orientato alla massimizzazione della produzione, senza dimenticare l’irrigazione, perché la soia senza acqua non si può fare.
È opportuno ricordare che la soia si presta ottimamente anche per un secondo raccolto dopo un cereale a paglia, con la possibilità della semina diretta sulle stoppie, senza lavorare preventivamente il suolo.
I prezzi dei seminativi si mantengono in generale bassi, quindi è necessario sfruttare, senza esagerare, tutta la terra disponibile anche per fare le seconde colture che, se ben gestite, non possono che accrescere la redditività finale.


Un commento
daniele
8 Settembre 2017 at 8:14 am
Mi scusi ma il dato dei 400.000 ettari dove lo ha trovato?