Bovini, scoperto il prodotto che dimezza le emissioni di metano

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La società multinazionale olandese Royal DSM, che conta oltre 23.000 addetti in tutto il mondo e si occupa di salute, nutrizione e bioscienze ed è leader nella mangimistica, ha brevettato un nuovo prodotto rivoluzionario battezzato Bovaer, destinato agli animali ruminanti da latte e da carne. Bovaer ha già ottenuto il parere positivo dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), che lo ha dichiarato sicuro per il consumatore, e ora si attende l’approvazione definitiva da parte dell’Unione europea che dovrebbe arrivare entro l’estate 2022.

Solo un quarto di cucchiaino al giorno di Bovaer riduce costantemente l’emissione di metano enterico di circa il 30% per le vacche da latte e percentuali ancora più alte (fino al 90%) per gli animali da carne che da anni sono nell’occhio del ciclone per le emissioni del gas serra. L’additivo dei mangimi inibisce l’enzima che innesca la produzione di metano nel sistema digestivo della vacca e ha un effetto immediato: viene scisso in composti già naturalmente presenti nell’apparato digerente bovino ed è scientificamente provato che non influisce sulla qualità del latte.

Un contributo importante a favore del clima

Sappiamo che gli allevamenti sono nel mirino delle politiche ecologiste, perché è noto che i ruminanti emettono una quantità considerevole di metano e per questo sono in corso animate discussioni per limitare il numero di allevamenti da carne. E poiché il metano ha un potenziale di riscaldamento globale 28 volte maggiore dell’anidride carbonica, la riduzione delle emissioni, anche negli allevamenti, è stata identificata al COP26 (la conferenza delle Nazioni unite sul clima) come uno dei mezzi più significativi a breve termine per cercare di frenare il cambiamento climatico.

Oggi grazie a Bovaer si intravede una luce in fondo al tunnel che dovrebbe consentire di mettere fine a una discussione che ha messo la produzione di carne sul banco degli imputati.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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