Roberto Bartolini3 Giugno 20194min19261

Come regolarsi per fare del buon foraggio in tempi di cambiamento climatico

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Primavere molto piovose ed estati siccitose sono ormai, purtroppo, la normalità. Come fare allora per ottenere un foraggio di qualità per la stalla? Il problema se lo è posto il CRPA di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali), che ne ha fatto un tema di ricerca per fornire qualche utile indicazione ai nostri agricoltori. Riportiamo le indicazioni del CRPA relative all’erba medica.

Semina autunnale

La prima mossa vincente, secondo la ricercatrice del CRPA Maria Teresa Pacchioli, è la semina dell’erba medica da fine agosto alla prima metà di settembre. In questo modo la coltura germina e si sviluppa per affrontare l’inverno come si deve e fornire un primo taglio importante già nella primavera successiva.

Semina su sodo

I medicai seminati su sodo raggiungono presto produzioni pari ai medicai seminati su terreno lavorato. Il processo, che si può chiamare anche “trasemina su sodo“, può utilizzare miscugli di leguminose come trifoglio pratense, trifoglio bianco e ginestrino su medicai degradati e riesce a ripristinare la loro capacità produttiva, evitando il sopravvento delle graminacee dei prati vecchi. Grazie alla trasemina la vita del medicaio arricchito si può allungare sino a 6-7 anni.

Sfalciature precoci

Se si vuole avere fieni di qualità occorre operare sfalci precoci, senza attendere che il fieno sia troppo maturo. Poi occorre una movimentazione corretta per limitare le perdite, raccogliendo al giusto grado di umidità.

I dati di laboratorio del CRPA lanciano un allarme da raccogliere: il fieno del primo taglio fa registrare valori di NDF che vanno dal 50 al 60% della sostanza secca. Di questa quota di sostanza secca, la metà è costituita da fibra che non viene digerita dall’animale. Quindi il 23% di sostanza secca contenuta nei fieni di primo taglio del 2017 e 2018 è “fibra di zavorra” che ritorna al terreno con le deiezioni animali.

Il ruolo dei cereali vernini

Dove si deve fare rotazione e assicurarsi molto foraggio è necessario coltivare per esempio frumento foraggero affienato entro la maturazione lattea che ben si inserisce nelle razioni ricche di insilato di mais.

Raccogliere frumento foraggero alla spigatura permette di ottenere mediamente una produzione di sostanza secca di 10 tonnellate/ettaro e alla maturazione lattea di 12,5 tonnellate/ettaro, anche se si perde un po’ di frazione proteica e un lieve decadimento della qualità della fibra. In ogni caso il consiglio è di affienare entro la maturazione lattea, anche in montagna.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Adolfo

    5 Settembre 2023 at 5:20 pm

    Bungiorno,
    ho circa 14/15 ha di prato di erba medica al quarto anno di produzione.
    Forse sarà una domanda (fuori luogo) chiedo se non sfalciando l’ultimo taglio alquanto (povero) lasciando cadere il seme, ,é possibile che quest’ultimo attecchisca con una imminente irrigazione.
    Grazie
    Adolfo

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