Domande PSR ferme dal 2016: il Friuli rischia di perdere decine di milioni di euro

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Gli agricoltori friulani sono al limite dell’esasperazione e la maggior parte di loro ha gettato la spugna, rinunciando ai tanto attesi soldi dei PSR legati a domande di aiuto che non sono mai state evase dagli uffici competenti. Se non fossero gli agricoltori stessi a denunciarlo, nessuno ci crederebbe: eppure, pare che la maggior parte delle domande presentate per le svariate misure, molte delle quali riferite alla M10 “Agroambiente e lotta integrata” nell’ormai lontano 2016, non siano mai arrivate a destinazione.

Si è speso meno del 5% delle risorse disponibili

Fonti ufficiose ma attendibili riferiscono che l’apparato pubblico friulano è riuscito a erogare sino a oggi meno del 5% della disponibilità finanziaria globale dei PSR regionali. E se entro il 2018 i soldi relativi alla previsione di spesa per i primi tre anni di Pac non saranno utilizzati, a inizio 2019 il monte aiuti europei del Friuli Venezia Giulia verrà definitivamente alleggerito, senza possibilità tornare indietro.

Il solito rimpallo di responsabilità

In Regione tutti danno la colpa al sistema gestionale di Agea, del quale conosciamo bene le numerose problematiche – mai seriamente affrontate finora – di dialogo con i sistemi informatici periferici, ma gli agricoltori che si sono rivolti al nostro portale per rendere di pubblico dominio il grave danno economico che stanno subendo, sono convinti che il nodo principale sia legato alla farraginosità burocratica con la quale è stato scritto il PSR: tre anni per poter presentare domande di aiuto strutturale, quasi un anno fra proroghe e istruttorie interminabili, nonché problemi continui.

PSR troppo rigidi e male impostati

«I nostri PSR sono rigidissimi – denuncia un agricoltore friulano in una lettera inviata al nostro portale – e inadatti alla nostra realtà aziendale che la burocrazia non conosce; i problemi sono tanti, sempre che si riesca ad avviare l’istruzione della pratica di aiuto. I tempi per le istruttorie vengono disattesi, sia per la complessità dei regolamenti che la Regione stessa ha messo in atto, sia per i ritardi della macchina burocratica».

Per fortuna ci sono alcuni agricoltori, una minoranza per la verità, che non si sono dati per vinti e hanno continuato a bersagliare i funzionari regionali con telefonate e visite per cercare di smuovere le acque, ma anche per capire se gli ostacoli informatici di cui si parla da anni siano davvero insormontabili.

Come sempre, sono dunque i singoli funzionari e burocrati che fanno la differenza nel bene e nel male. Nella macchina regionale sono presenti anche ottimi funzionari, che però poco possono fare in questo quadro di disastro generale.

Fedriga: «Cambierò molti dirigenti»

Forse allora ha ragione il nuovo governatore Massimiliano Fedriga, che in una recente intervista ha tuonato: «Risolverò al più presto i problemi dei PSR e cambierò molti dirigenti». Vedremo se dalle buone intenzioni si passerà ai fatti.

In ogni caso è uno scandalo vergognoso che gli agricoltori non possano beneficiare di fondi solo a loro destinati per ammodernare e rendere più efficienti le loro imprese, ma anche che chi li priva del sostegno loro assegnato dalle direttive europee, non subisca alcuna conseguenza. Ci si augura che il tempo delle scuse sia finito, e chi ha provocato i danni devastanti al sistema di supporto alle imprese che è sotto gli occhi di tutti, cambi ruolo.

In Regione chi sbaglia non paga mai

La macchina della Regione è diversa da quella delle aziende, dove chi sbaglia in proprio paga. In Regione, invece, chi ha responsabilità gravi verso il sistema produttivo (centinaia di milioni di euro fermi) fa spallucce, scaricando le colpe su Agea, sull’Europa e via dicendo. Invece, dato che il Friuli Venezia Giulia è una Regione autonoma, dovrebbe avere i mezzi e la forza per fare meglio di altri.

Le organizzazioni agricole dove sono?

Ultima annotazione: in questo marasma generale, si fa notare con grande evidenza il silenzio assoluto delle organizzazioni professionali agricole che si guardano bene dal fare la voce grossa con la Regione. E anche su questo punto ci sarebbero tante cose da dire e da fare.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • SALVATORE

    2 Luglio 2018 at 3:52 pm

    Gli amici del Friuli comunque non sono i soli ad avere questi problemi, anche nella regione dalla quale scrivo ( sardegna), ad oggi le stesse misure sono bloccate x la mancanza della relativa istruttoria. L’ente pagatore regionale non è in grado di darti nessuna informazione in merito. Saluti

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