Fertirrigare il mais con 100% digestato: la novità sostenibile di Netafim

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Ci sono voluti molti anni di studio e di prove in pieno campo con diversi tipi di digestati, bovini e suini, per arrivare finalmente alla soluzione. Oggi, grazie alla soluzione “100% Digestato” di Netafim, presentata nel corso di una manifestazione che si è tenuta nell’azienda Borgoluce di Susegana (TV), è possibile utilizzare il digestato proveniente dagli impianti di biogas per fertirrigare il mais, eliminando i fertilizzanti chimici, con una soluzione davvero di economia circolare. Infatti il mais alimenta i bovini, i quali emettono liquami che entrano nel digestore, così si produce energia e digestato che torna alla terra insieme all’acqua per nutrire di nuovo il mais.

Doppia filtrazione del digestato e poi immissione in manichette speciali

Il digestato entra in un primo microfiltro di nuova generazione chiamato Sepcom MTF, una tecnologia brevettata autopulente, con vagli da 50 micron e un sistema molto spinto, che produce 85% di liquido iniettabile in rete e un fango per il 15%.

Il filtro Sepcom MTF che effettua la separazione del digestato.

Da qui il liquido viene stoccato e trasferito man mano che si utilizza in un secondo impianto di filtrazione a dischi, chiamato Spinklin.

Il filtro a dischi Spinklin.

Da questa seconda stazione di filtraggio il digestato insieme all’acqua entra in rete attraverso ali gocciolanti altamente resistenti all’occlusione chiamate Typhoon Plus, con un’elevata superficie filtrante e un alto grado di turbolenza che rende il gocciolatore autopulente.

L’ala gocciolante Typhoon Plus studiata appositamente per il digestato.

Questo sistema è stato studiato su acque molto sporche e quindi è a prova di otturazione.

Per dare un’idea di massima, si può dire che con un impianto di biogas da 1 megawatt, grazie a questo impianto si possono fertirrigare almeno 300 ettari di mais, senza ricorrere ai fertilizzanti chimici.

L’ideale è adottare la subirrigazione e la minima lavorazione

Il sistema “100% Digestato” di Netafim si applica alle ali gocciolanti e trova la sua espressione migliore nella subirrigazione, cioè nel sistema che prevede l’interramento a 35 cm di profondità delle manichette.

Ecco un esempio di ala gocciolante interrata a 30-35 cm di profondità.

L’esperienza di questi anni ha dimostrato infatti che la subirrigazione, anche se più costosa come investimento iniziale, offre maggiori vantaggi rispetto alle gocciolanti stese in superficie, che soffrono di possibili rosure e rotture e comunque debbono essere stese e ritirate ogni anno.

Ricordiamo infine che la subirrigazione con ali gocciolanti necessita dell’adozione della minima lavorazione del suolo a 15-20 cm di profondità, per non disturbare le linee interrate, e questo non fa altro che aumentare la sostenibilità ambientale ed economica di tutto il sistema.

L’erpice Qualidisc Pro 3000 di Kverneland è un attrezzo per minima lavorazione idoneo per essere utilizzato su terreni che ospitano ali gocciolanti interrate.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • mario giorgio

    17 Marzo 2020 at 8:51 am

    le tecniche di coltivazione basate sui principi dell’agro-ecologia largamente sperimentate da scienziati e da agricoltori intelligenti, ma purtroppo non ancora diffuse su vasta scala in tutti i paesi del mondo, la valorizzazione delle aziende agricole familiari, la loro messa in rete a livello locale,tesa a sviluppare collaborazioni virtuose tra loro finalizzate a ridurre i costi di produzione, la valorizzazione delle produzioni no food agricole- forestali, lo sviluppo degli orti urbani e del compostaggio di comunità nelle grandi città, la lotta contro lo spreco dei prodotti alimentari, le politiche regionali di sostegno economico alle aziende agricole familiari vanno cambiate tenendo conto del fatto che i disastri naturali hanno reso le attività dei piccoli agricoltori ad alto rischio, ecc.. mario giorgio presidente dell’Associazione per la Salvezza dell’Agricoltura Familiare nelle Aree Rurali rese Marginali dai cambiamenti climatici(ASAFARM)

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  • mario giorgio

    17 Marzo 2020 at 8:57 am

    le tecniche di coltivazione basate sui principi dell’agro-ecologia largamente sperimentate da scienziati e da agricoltori intelligenti, ma purtroppo non ancora diffuse su vasta scala in tutti i paesi del mondo, la valorizzazione delle aziende agricole familiari, la loro messa in rete a livello locale,tesa a sviluppare collaborazioni virtuose tra loro finalizzate a ridurre i costi di produzione, la valorizzazione delle produzioni no food agricole- forestali, lo sviluppo degli orti urbani e del compostaggio di comunità nelle grandi città, la lotta contro lo spreco dei prodotti alimentari, le politiche regionali di sostegno economico alle aziende agricole familiari vanno cambiate tenendo conto del fatto che i disastri naturali hanno reso le attività dei piccoli agricoltori ad alto rischio, ecc.. sono alcune delle iniziative urgenti per l’autosufficienza alimentare di tutti gli stati e per contrastare l’avanzare dei disastri causati dai cambiamenti climatici mario giorgio presidente dell’Associazione per la Salvezza dell’Agricoltura Familiare nelle Aree Rurali rese Marginali dai cambiamenti climatici(ASAFARM)

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