Fondo grano duro, 200 euro/ettaro di aiuto. Domande entro il 15 maggio

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Se il plafond di 10 milioni di euro sarà sufficiente, chi coltiva grano duro potrà ricevere 200 euro/ha, con il limite dei 50 ettari coltivati (ovvero, se un agricoltore ne coltiva 90 o 100, riceverà l’aiuto solo su 50 ettari). Nel caso invece in cui le domande di aiuto siano eccedenti il plafond di 10 milioni di euro, l’aiuto sarà ridotto in maniera proporzionale. Sono i punti salienti del Fondo grano duro, la cui domanda di aiuto va presentata ad Agea entro il 15 maggio 2018.

L’aiuto del Fondo grano duro concesso all’impresa agricola ha il limite di 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari. Se l’agricoltore ha ricevuto un altro sostegno rientrante nel “de minimis” del settore agricolo, può cumulare il sostegno al grano duro fino alla concorrenza di 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

Chi ha diritto al Fondo grano duro

Hanno diritto all’aiuto del Fondo grano duro coloro che hanno sottoscritto entro il 31 dicembre 2017 un contratto di filiera della durata almeno triennale. Sei tipologie di contratti sono riconosciute da Agea:

  • imprenditore agricolo e industria pastaria;
  • imprenditore agricolo e industria molitoria che ha un contratto con industria pastaria;
  • cooperativa o consorzio o organizzazione di produttori riconosciuta e industria pastaria;
  • cooperativa, consorzio, organizzazione di produttori riconosciuta e industria molitoria che abbia sottoscritto un contratto con industria pastaria;
  • imprenditore agricolo singolo o associato e centro di stoccaggio e altri soggetti della fase di commercializzazione che abbiano sottoscritto un contratto con industria pastaria;
  • come sopra, che abbiano sottoscritto un contratto con industria molitoria che a sua volta ha un contratto con industria pastaria.

L’agricoltore ha la facoltà di stipulare più contratti contemporaneamente per superfici diverse.

Cosa deve indicare il contratto

a) La superficie a grano duro oggetto del contratto, che deve essere non eccedente la superficie e la varietà del grano inserita nel piano colturale della domanda di aiuto al fondo.
b) La varietà seminata, impiegando solo seme certificato.
c) Le pratiche colturali adottate finalizzate al miglioramento qualitativo della produzione.

Le varietà di grano duro devono essere iscritte al Registro nazionale delle varietà o al catalogo comunitario.

Cosa allegare alla domanda di aiuto

a) Copia della fattura di acquisto delle sementi certificate.
b) La fattura deve riportare la categoria e il numero di identificazione del lotto.
c) I quantitativi minimi di semente per ettaro devono essere pari almeno a 150 kg, fatta eccezione per la varietà Senatore Cappelli, per la quale il quantitativo minimo è pari a 130 kg/ha.

Il decreto del Fondo grano duro persegue, giustamente, le finalità di sostenere l’aggregazione degli agricoltori con gli altri soggetti della filiera, valorizzare i contratti di filiera per migliorare la qualità del raccolto con l’uso di sementi certificate e favorire gli investimenti per tracciabilità e certificazione della qualità.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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