Giù le mani dal gasolio agricolo (con un’eccezione)

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Pare al momento scongiurato il pericolo di un raddoppio del costo del gasolio agricolo paventato alcune settimana fa dal Ministero dell’ambiente, che aveva messo a punto una bozza di provvedimento per contrastare i cambiamenti climatici. La riduzione dei “Sussidi ambientalmente dannosi” (Sad) del 10% all’anno sino al 2040 avrebbe certamente creato grossi problemi a molti settori produttivi agricoli mettendoli in ginocchio, con ripercussioni pesanti per i consumatori. Per fare qualche esempio relativo all’irrigazione, pensiamo al riscaldamento delle stalle e delle serre, alla trasformazione dei foraggi e via dicendo.

Il dovere di cambiare strada al più presto

Non citiamo invece il settore dove l’agricoltore e il contoterzista hanno a nostro avviso il dovere di dare un segnale sui risparmi possibili: le lavorazioni del terreno per i seminativi. Su questo versante occorre fare ancora di più, dal momento che l’adozione della minima lavorazione, della semina diretta e della semina su sodo consentono di risparmiare almeno il 60% di gasolio rispetto alle lavorazioni tradizionali.

Non si tratta di inserire ulteriori controlli e documenti da compilare, dal momento che le carte in agricoltura sono già in un numero esagerato e incomprensibile. È invece necessario che coloro che, pervicacemente e senza fare bene i conti opponendosi con cocciutaggine a sistemi alternativi, continuano ad arare, estirpare ed erpicare con più passaggi sul terreno, si convincano che sarebbe un bene per il loro portafoglio e per l’ambiente di cui sono custodi, applicare le innovazioni tecnologiche che sono ormai alla portata di tutti.

L’agricoltore non deve essere gravato da ulteriori costi, ma deve dare segnali più decisi che sta facendo qualcosa di concreto per aumentare la fertilità della sua terra, limitare le emissioni e i consumi di carburanti e puntare alla massima qualità dei raccolti. Altrimenti, prima o poi la scure ministeriale arriverà.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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