Roberto Bartolini4 Febbraio 20152min17530

La strategia vincente per concimare il frumento

concimazione-frumento

Come concimare il frumento? Il tecnico Valerio Bucci ha le idee chiare e suggerisce un approccio ragionato. Si deve partire da quattro domande:

1) Qual è l’obiettivo produttivo? Se al Nord si producono in media 70 ql/ha, al Sud non si va oltre 30-40 ql/ha, dunque è a questo dato che ci si deve riferire per determinare le asportazioni della coltura per ogni quintale prodotto e determinare così i quantitativi di azoto (ma anche di fosforo e potassio) che occorre reintegrare con la fertilizzazione.

2) Quale qualità di frumento? Se si punta a granella di pregio vanno favorite le proteine e quindi l’azoto va distribuito nella fase botticella-maturazione lattea. Altrimenti l’azoto va posizionato nella fase di levata.

3) Quale coltura ha preceduto il frumento? Se erano foraggere oppure orticole, cioè colture arricchenti si può risparmiare qualche dose di azoto, ma se la precessione è stata mais, sorgo o bietola, che sono depauperanti, va incrementata la dose di azoto di almeno 30-35 unità/ha.

4) Com’è il letto di semina? Se è grossolano oppure ci sono state piogge in eccesso e si semina tardi, la dose di azoto va incrementata per favorire un accestimento più spinto.

Quando si distribuisce l’azoto sul frumento?

La prima distribuzione va posizionata nel periodo metà-fine accestimento con il 25-30% della dose complessiva prevista. Il resto, cioè il 60-70% dell’azoto, va dato al frumento nel periodo di massimo assorbimento che coincide con l’inizio levata-spiga al 2° nodo. In questa fase ci vuole un tipo di azoto a pronta assimilazione, come nitrato ammonico oppure urea.

Per varietà di pregio qualitativo è bene riservare un 25% di azoto alla botticella.

Se si effettua la semina su sodo è opportuno una distribuzione precoce dell’azoto, magari usando fertilizzanti speciali a cessione graduale e controllata per limitare i passaggi in campo.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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