Le riforme chieste da Agricoltori Italiani al governo

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Il movimento unitario Agricoltori Italiani ha inviato una lettera al ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida con la richiesta di interventi immediati e di medio-lungo periodo che tendano a una vera e propria riforma della nostra agricoltura. La richiesta più che legittima è di mettere mano a un vero e proprio “Piano agricolo nazionale” di ampio respiro, con il coinvolgimento diretto degli agricoltori e degli esperti dei vari comparti. Riportiamo di seguito una sintesi dei punti salienti con le richieste rivolte allo Stato.

“Non ci sentiamo rappresentati dai sindacati agricoli”

«In questo particolare frangente siamo purtroppo giunti al punto di non sentirci più rappresentati da organizzazioni professionali che riteniamo compartecipi di politiche agricole scellerate e reiterate nel tempo e tali da condurci nello stato attuale ad una situazione di drammatica gravità. Mai come in questo momento il settore in forte crisi sente la necessita di un confronto, un supporto e una sinergia con lo Stato e con il Ministero da lei rappresentato. Abbiamo bisogno di certezze e conferme della sua vicinanza e del ministero mediante il rispetto dei seguenti punti a titolo semplificativo ma non esaustivo».

Le richieste urgenti di intervento

  1. Immediata soppressione della clausola del tacito rinnovo delle adesioni alle deleghe sindacali.
  2. Immediata efficacia della rescissione del mandato CAA per l’annata Pac corrente anziché per l’annata successiva.
  3. Possibilità di gestione e presentazione delle varie istanze di contributo in proprio mediante l’identità digitale.
  4. Possibilità di presentare direttamente le richieste di assegnazione di gasolio agricolo attraverso la piattaforma SIAN. Dette richieste non comportano alcuna spesa pubblica e un’ottimizzazione delle risorse a umane a favore degli enti pubblici.
  5. Sospensione del regime sanzionatorio per mancato rispetto delle norme che regolano tutti gli eco-schemi, in particolare l’eco-schema 4 relativamente alle campagne Pac per gli anni 2023 e 2024.

Le riforme di medio-lungo periodo

Nel disegno complessivo della problematica, ecco i punti salienti e programmatici che investono le riforme strutturali nel settore agricolo:

  1. Costo di produzione e modifica delle pratiche commerciali sleali (direttiva Ue 633/19). Promulgare una legge dello Stato che riconosca e tuteli il costo di produzione. Inserire anche la modifica delle pratiche commerciali sleali. Riequilibrio del prezzo tra il prezzo di vendita stabilito dalla GDO e il costo di produzione all’agricoltore nelle filiere agricole. Garantire altresì la libertà di impresa, anche varando leggi che combattano il dumping economico per i prodotti agricoli e alimentari.
  2. Fauna selvatica. Lo Stato deve garantire un contenimento della fauna selvatica e rispondere direttamente e in tempi brevi dei danni diretti e indiretti da essa provocati.
  3. Tavolo tecnico. Si necessita l’istituzione immediata di un tavolo tecnico permanente con effettivo coinvolgimento di rappresentanze di veri agricoltori.
  4. Obbligo di utilizzo delle materie prime italiane. Somministrazione di prodotti alimentari ottenuti dalla lavorazione delle materie prime italiane negli esercizi pubblici quali, per esempio, ospedali, scuole, mense, eccetera. Istituzione del “granaio d’Italia” per la registrazione delle produzioni agricole nazionali.
  5. Etichettatura. Il processo di etichettatura deve tutelare il prodotto mediante l’indicazione dell’origine della materia prima sui prodotti di filiera alimentare finiti e indicazione della provenienza.
  6. Semplificazione burocratica e riduzione dei costi di amministrazione.
  7. Rinnovamento totale di tutta la politica agricola comunitaria (Pac). Snellimento delle procedure amministrative di erogazione dei contributi Pac e Psr; adozione del sistema Ismea (Fondo Innovazione) nei Psr per una maggiore celerità e facilità di accesso al credito; efficientamento e riduzione dei costi di amministrazione e gestione di tutte le procedure atte all’erogazione dei contributi a sostegno dell’agricoltura.
  8. Accise gasolio e Sad. Totale sospensione delle accise dei carburanti agricoli.
  9. Calamità naturali. Riconoscimento più celere degli status di calamità naturale, revisione della legge 102/2004 e contributi grandine sospesi.
  10. Moratoria dei debiti fiscali e bancari su mutui, prestiti bancari e interventi sulle cartelle esattoriali e i debiti fiscali e introduzione, rottamazione per cartelle sanzionatorie quote latte.
  11. Riqualificazione della figura dell’agricoltore. A partire dalle scuole, riqualificare la figura dell’agricoltore e allevatore, valorizzandola e non additandola come responsabile dell’inquinamento ambientale.
  12. Abolizione immediata dei vincoli e incentivi per non coltivare i terreni.
  13. Detassazione in agricoltura (Irpef). Migliore definizione del sistema di detassazione dell’Imu rispetto a quanto già varato da governo; individuazione di un regime fiscale adeguato al mondo agricolo.
  14. Modifica immediata delle seguenti leggi: legge 199/2016 sul caporalato; legge 102/2004 su calamità naturali; legge 203/1982.

Coinvolgimento di agricoltori ed esperti

Si legge inoltre nella lettera: «Noi Agricoltori Italiani intendiamo porci come soggetti attivi e cooperanti per una fattiva collaborazione mediante la messa a disposizione di professionalità da noi individuate e veicolate mediante una scelta sapiente e competente di esperti e tecnici qualificati a tale scopo».

Le agitazioni non si fermano

Conclude la lettera: «Comunichiamo che permarrà lo stato di agitazione sino a quando non si riceverà un riscontro alle richieste, con indicazioni precise per un tavolo di confronto, sperando che, vista la situazione di seria gravità, non si voglia negare di avere presto una prima convocazione avente un protocollo ufficiale con una delegazione di nostri rappresentanti di ogni regione per avviare una nuova riforma agraria con i seguenti punti all’ordine del giorno:

  1. analisi iniziale dei punti;
  2. redazione di un serrato cronoprogramma di lavoro;
  3. calendarizzazione incontri per la valutazione dello stato dell’arte».

Ora la parola passa allo Stato. In conclusione, pare che non ci siano dubbi sul fatto che per le organizzazioni professionali agricole sia davvero finita un’epoca, dove le tante insoddisfazioni degli agricoltori espresse nei loro confronti rimanevano sempre sopite nell’ombra.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Luigi

    4 Marzo 2024 at 12:53 pm

    Purtroppo i sindacati agricoli si sono fossilizzati e sono narcisisti, vanno ognuno per proprio conto e sono tanti. Ne conosco 5 e sparsi per l’ Italia ce ne saranno altri. In questo modo la categoria è debole. Spero che queste manifestazioni servano per dare una svolta anche se non ci credo molto. Mi auguro che le richieste fatte dal movimento unitario vengano attuate o almeno ci sia un confronto per raggiungere un compromesso ragionevole. Ma anche qui nutro dei seri dubbi. Speriamo bene !!!

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  • Alessio Bettili

    4 Marzo 2024 at 7:21 pm

    Mi dispiace non vedere nemmeno menzionata la disastrosa situazione degli indennizzi per influenza aviaria del 2021/2022 sia per quanto riguarda l’ineqiita a riguardo del periodo di indennizzo rispetto alla reale ripresa delle attività di allevamento, si per quanto riguarda il mostruoso ritardo con il quale ci indennizzeranno…..
    Come sempre ognuno guarda sempre e solo il suo orticello.

    Rispondi

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