Mais e orzo: facciamo due conti e valutiamo la redditività con Pac e Psr e pagando l’affitto

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In questi giorni gli agricoltori si affannano a capirci qualcosa su come gireranno i conti nel 2016 e negli anni seguenti, dato che, oltre alle nuove regole della Pac – e in particolare il greening che obbliga alla consociazione di due o tre colture – quest’anno ci si mettono di mezzo anche i PSR e soprattutto la misura 10 sui “Pagamenti agroambientali”, che in molte regioni dove i bandi sono aperti, come la Lombardia, significa diverse centinaia di euro/ha in più se si prendono impegni per più anni sulle lavorazioni conservative e sulla semina delle cover crops.

Ma proprio sulla Lombardia, che in un primo momento sembrava la regione più generosa per la misura relativa all’agricoltura conservativa, oggi si addensano nuvoloni grigi, dal momento che si sono scoperti vincoli prima non ben evidenziati e che l’agricoltore può reperire nel sito dell’assessorato all’agricoltura solo se fa una ricerca abbastanza minuziosa e non semplice da individuare.

Il percorso a ostacoli nel sito dell’agricoltura della Regione Lombardia

Ecco il percorso: cliccare agricoltura.regione.lombardia.it. Si apre il menu a sinistra dove si deve cliccare “PSR 2014-2020“. Si apre una pagina con in alto a destra, segnalato con una freccetta verde, “Bandi“. Cliccando su “Bandi” si apre una pagina dove a sinistra c’è scritto “Bandi europei“. Cliccando su “Bandi europei” si apre un’altra pagina dove si deve cliccare su “Bando Misura 10 – Pagamenti agroclimatici ambientali“. Si apre una lunga pagina, che dovete scorrere sino in fondo per cliccare su “FAQ Operazione 10.1.04 Agricoltura conservativa“. Ora si aprirà finalmente una serie di pagine con interessantissime domande e risposte, molte delle quali sono proprio quelle che ci stiamo facendo in questi giorni.

Purtroppo però, scorrendo queste risposte, ci si accorge che soprattutto per le cover crops, ma non solo, le cose non stanno come ci si aspettava, con molti vincoli in più.

Un esempio concreto su un’azienda di 70 ettari

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Ma torniamo ai conti colturali e per questo ci rivolgiamo a Paolo Montana, tecnico e contoterzista lombardo, che sta diffondendo da anni le tecniche conservative di gestione del suolo e quelle per la valorizzazione agronomica dei liquami. «Sono impegnato da alcune settimane – dice Montana – a contattare le aziende per fare i piani colturali, cercando di massimizzare la redditività anche attingendo dalle misure dei PSR in particolare dalla Misura 10, ma mi sto rendendo conto che sono stati introdotti alcuni vincoli che in molti casi non permettono di monetizzare tutto quello che si era ipotizzato. In ogni caso la gestione conservativa del suolo, le cover crops e l’utilizzo agronomico di liquami e digestati sono pratiche assolutamente valide sempre, per incrementare le rese e razionalizzare i costi».

Vediamo nel dettaglio l’esempio di un’azienda di 70 ettari che coltiva mais da trinciato, mais da granella e orzo.

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Paolo Montana con una pianta di senape, una cover crop geliva sulla quale si può entrare direttamente con la seminatrice da sodo.
Paolo Montana con una pianta di senape, una cover crop geliva sulla quale si può entrare direttamente con la seminatrice da sodo.

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Mais da trinciato

  • Costo colturale posto in trincea: 1.785 euro/ha
  • Produzione: 600 ql/ha
  • Costo al quintale: 2,97 euro

Mais da granella

  • Costo colturale trebbiato verde: 1.335 euro/ha
  • Produzione: 150 ql/ha verde
  • Costo al quintale: 8,90 euro

Orzo da granella

  • Costo colturale trebbiato e consegnato + paglia pressata: 720 euro/ha
  • Produzione 60 ql/ha
  • Costo al quintale: 12 euro

Pacchetto Pac e Psr

  • Pagamenti diretti titoli Pac: 350 euro x 75 ha= 26.250 euro
  • Pagamento Misura 10 – Semina su sodo (250 euro/ha) + cover crops (180 euro/ha) = 420 euro x 75 ha = 31.500 euro
  • Pagamento Misura 10 – Distribuzione agronomica liquami in zona vulnerabile = 105 euro x 32,4 ha= 3.402 euro
  • Totale = 61.152 euro

Come cambiano i conti se si deve pagare l’affitto del terreno

Se dividiamo il pacchetto Pac-Psr, che vale 61.152 euro, per i 70 ettari da coltivare, salta fuori la cifra di 874 euro/ha, che corrisponde più o meno al canone che viene richiesto in Lombardia per affittare un ettaro di terreno.

Vediamo ora come cambiano i costi delle tre colture se dobbiamo aggiungere al conto anche il canone di affitto:

  • Costo mais da trinciato 1.785 euro/ha + Affitto 874 euro/ha = 2.659 euro : 600 ql/ha= 4,4 euro/ql
  • Costo mais da granella 1.335 euro/ha + Affitto 874 euro/ha = 2.209 euro : 150 ql/ha = 14,72 euro/ql
  • Costo orzo da granella 720 euro/ha + Affitto 874 euro/ha = 1.594 euro : 60 ql/ha= 26 euro/ql

Le innovazioni sono fondamentali per far quadrare il bilancio

«Come si vede da questi conti – riprende Montana – il costo delle tre colture più o meno raddoppia se si imputa anche il canone di affitto e questo significa che solo con il pacchetto Pac + Psr che assorbe le spese dell’affitto, la redditività dell’azienda rimane positiva».

«Una seconda considerazione che si deve fare è che la semina su sodo e la gestione agronomica dei liquami, le cosiddette tecniche innovative da molti poco considerate, permettono da un lato di diminuire i costi di lavorazione e di concimazione e dall’altro di incassare i premi Psr riequilibrando il costo al quintale delle colture, che altrimenti lieviterebbe oltre la soglia di convenienza, facendo sballare i conti della stalla».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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