Pac 2017, aumenta l’aiuto accoppiato ma cala il pagamento di base. Tutti i titoli da ricalcolare
«È la solita politica per il consenso e non per lo sviluppo dell’economia del Paese. I politici si riempiono la bocca di “semplificazione” e poi aumentano sempre la burocrazia». Così Angelo Frascarelli, dalle colonne di Terra e Vita, giustamente critica l’ennesima mossa a sorpresa della Conferenza Stato-Regioni che pochi giorni fa ha approvato la modifica delle scelte nazionali sul sostegno accoppiato della Pac.
Dal 2017 il pagamento accoppiato aumenta dall’11% al 12%, ma il pagamento di base scende dal 58% al 57% del plafond nazionale assegnato al nostro paese. Si cambia per non cambiare nulla ma per complicare ancora una volta la vita degli agricoltori. La prima conseguenza, tragica diciamo noi, è che Agea dovrà ricalcolare tutti i titoli assegnati agli agricoltori, che diminuiranno dell’1%, e comunicarli nuovamente a ciascun interessato con tutte i soliti ritardi e possibili errori che ben conosciamo.
I settori che ricevono qualche spicciolo in più
Con queste modifiche, vengono assegnate più risorse accoppiate al settore latte (+14 milioni), alla carne bovina (+16 milioni) e al grano duro (+8 milioni).
- Per le vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità vanno 90 euro/capo e per quelle site in montagna sempre di allevamenti di qualità vanno 90+45 euro/capo.
- Per le vacche nutrici iscritte nei registri vanno 180 euro/capo e per quelle delle razze italiane iscritte nei libri genealogici e inserite nei piani selettivi IBR vanno 180+45 euro/capo.
- Per le vacche nutrici in allevamenti non da latte vanno 25 euro/capo.
- Per i capi bovini macellati di età compresa tra 12 e 24 mesi allevati per almeno sei mesi vanno 50 euro/capo.
- Per gli stessi come sopra, ma allevati per almeno 12 mesi o solo 6 mesi ma aderenti a sistemi di qualità e etichettatura certificata, vanno 80 euro/capo.
- Per il grano duro si passa da un aiuto accoppiato di 67 euro a 74 euro/ha, un aumento che fa sorridere… Simbolico e insignificante!
- Tra le proteaginose al centro Italia è stato inserito negli aiuti accoppiati il cartamo con 53 euro/ha.
Una manovra insignificante per i conti aziendali: ecco due esempi
Alla fine le modifiche portano vantaggi insignificanti e lo vediamo da alcuni esempi.
Un cerealicoltore pugliese con 100 ettari (50 a duro e 50 ad altre colture) con 350 euro/ha di pagamenti diretti per un totale di 35 mila euro, subirà un taglio dei pagamenti di 350 euro e riceverà un aumento del pagamento accoppiato di 350 euro (7 euro x 50 ettari), quindi fa pari e patta.
Un allevatore con 150 vacche da latte e con 60 mila euro di pagamenti diretti subisce un taglio dei pagamenti di 600 euro e riceverà un aumento del pagamento accoppiato di circa 1500 euro. Il vantaggio è di 900 euro in totale, con però alcune incertezze dovute al nuovo lavoro che deve svolgere Agea.
Tutti gli altri agricoltori subiranno invece una riduzione dell’1% dei pagamenti diretti. Dunque una manovra incomprensibile.