Pac 2023-2027, c’è l’accordo: lavoro nero nel mirino dell’Ue
Il “terzo pilastro” della Pac, cioè quello che escluderà dagli aiuti europei quelle aziende che violano i diritti dei lavoratori, è stato varato nei giorni scorsi dal consiglio europeo dopo tre anni di discussioni, e farà parte della nuova Pac che prenderà avvio il 1° gennaio 2023.
Verifiche a campione sulle aziende con dipendenti
Per quanto riguarda i lavoratori agricoli dipendenti delle aziende ci saranno verifiche ex post a campione e l’applicazione della condizionalità sociale, così come è stata chiamata, sarà volontaria nel 2023 e 2024 e diventerà obbligatoria per tutti dal 2025. Questo compromesso al ribasso si è reso necessario per superare l’impasse dovuta all’esistenza in Europa di ben 27 legislazioni diverse in materia di lavoro.
Il 25% del budget dedicato agli eco-schemi
Passando agli eco-schemi, ovvero il nuovo pagamento verde del primo pilastro della Pac (ne abbiamo parlato in questo articolo), l’accordo prevede che l’ammontare degli aiuti a favore di queste pratiche verdi e sostenibili raccoglierà ben il 25% del budget destinato alla Pac, che per l’Italia significano 38 miliardi di euro che salgono a 50 con il cofinanziamento nazionale.
Aiuti accoppiati per colture strategiche
Un budget pari al 13% dell’ammontare complessivo della Pac verrà destinato agli aiuti accoppiati, per sostenere quelle produzioni strategiche che hanno più bisogno di aiuti, a giudizio dei singoli Stati.
No al tetto agli aiuti per le grandi aziende
Fumata nera invece per quanto riguarda il ventilato limite massimo per i sussidi destinati alle gradi aziende, dato che con l’attuale Pac l’80% dei sussidi è destinato solo al 20% delle aziende, che sono quelle più grandi. È prevista comunque una redistribuzione del 10% dei fondi tra le aziende più piccole.
Più sostegno ai giovani
Il sostegno ai giovani agricoltori avrà un nuovo livello minimo obbligatorio del 3% degli aiuti nazionali. Passata l’estate toccherà ai singoli Stati membri mettersi all’opera per definire la modulazione nazionale della Pac, con la definizione delle varie misure e gli strumenti attuativi.
Ci auguriamo che lo sviluppo rurale, ovvero il secondo pilastro della Pac, venga semplificato rispetto ai canoni attuali, indirizzando le risorse a poche e importanti misure a favore dell’innovazione e della sostenibilità ma anche del miglioramento del reddito. Non si può vivere di solo ambiente!