Roberto Bartolini24 Novembre 20215min14190

Pac con o senza titoli? La decisione è in alto mare

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Anche se il tempo stringe i nostri politici continuano a meditare in silenzio, e non si coglie nessuna voce di un dibattito che invece dovrebbe essere serrato e alla luce del sole, in un paese che tiene alla sua agricoltura. Parliamo della decisione strategica, che spetta alla Conferenza Stato-Regioni di concerto con il Ministero dell’agricoltura, da inviare a Bruxelles entro la fine del 2021 sul mantenimento o meno dei titoli Pac dal 2023 in poi. Discutono e discutono nelle segrete stanze, ma chi lavora in campagna non ne sa nulla. E nemmeno si esprimono, come dovrebbero, le organizzazioni agricole che non sanno a che santo rivolgersi, dal momento che entrambe le decisioni (titoli sì o titoli no) premiano alcuni e penalizzano altri.

Se il pagamento di base rimarrà legato ai titoli

Se il pagamento di base rimarrà legato ai titoli storici, dovrà continuare la convergenza dei pagamenti diretti a partire dal 2023 in modo che al più tardi nel 2026 tutti gli agricoltori possano avere un valore dei titoli pari ad almeno l’85% del valore medio nazionale cioè 169,4 euro/ha. Ed è ovvio che per aumentare i titoli di valore basso si applicheranno le riduzioni ai titoli di valore più elevato, attraverso un tetto e il meccanismo noto della convergenza.

Se il pagamento di base sarà senza titoli

Se invece il pagamento di base non sarà più legato ai titoli, si introdurrà un pagamento uniforme a ettaro (detto “a forfait”), quindi l’agricoltore non avrà più la necessità di possedere i titoli. No c’è dubbio che questa formula semplificherebbe parecchio tutta la farraginosa burocrazia legata al calcolo e alla corresponsione della Pac.

Il pagamento di base senza titoli dovrebbe attestarsi su 173 euro/ha, a cui aggiungere il pagamento redistributivo, gli eco-schemi, il pagamento giovani agricoltori e i pagamenti accoppiati. Il pagamento obbligatorio redistributivo dovrebbe essere di 90 euro/ha per i primi 10 ettari di superficie ammissibile e il pagamento per gli eco-schemi, se tutti gli agricoltori aderiranno a questo nuovo incentivo con impegni ambientali specifici da adottare in azienda, dovrebbe essere pari a 90 euro/ha, ma potrebbe valere anche di più se aderirà un numero basso di agricoltori.

Chi ci guadagna e chi ci perde

A questo punto cosa succede a livello aziendale?

  1. L’azienda con titoli 2022 di valore basso (180 euro/ha, greening compreso) vedrà aumentare il valore dei titoli sino a 250 euro nel 2027.
  2. L’azienda con titoli 2022 di valore medio (310 euro/ha, greening compreso) lo vedrà diminuire a 260 euro/ha nel 2027.
  3. L’azienda con titoli 2022 di valore alto (1500 euro/ha, greening compreso) lo vedrà diminuire a 420 euro/ha nel 2027.

In conclusione, possiamo arrivare alle seguenti affermazioni:

  • Per tutte le aziende è importante aderire ai nuovi eco-schemi, che sono diversi dal greening attuale perché sono più selettivi e richiedono impegni ambientali maggiori.
  • Gli agricoltori con titoli di valore basso ci guadagnano un po’, mentre coloro che hanno titoli di valore elevato ci perdono molto.
  • Le aziende più grandi perdono un 8-10% per effetto del pagamento redistributivo che concentra i suoi effetti nelle aziende di 5-10 ettari.

Entro la prima settimana di dicembre la decisone strategica dovrebbe essere presa, per poter rispettare i tempi di trasmissione delle carte a Bruxelles. Nelle prossime due settimane ci sarà dunque qualcuno che ci potrà informare su come sta andando il dibattito in quella Babele che è la sciagurata Conferenza Stato-Regioni?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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