Piani Sviluppo Rurale, tanti soldi non spesi tornano a Bruxelles. Ecco le Regioni con maglia nera

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Una montagna di denaro piovuta sul nostro paese nella programmazione Pac 2014-2020, oltre 30 miliardi di euro per innovare la nostra agricoltura e sostenere le aree più deboli del Paese. Questa la dotazione dei PSR, i Piani di Sviluppo Rurale destinati dall’Unione europea all’Italia. Eppure, di questi 30 miliardi ad oggi ne sono stati spesi più o meno solo 5, cioè il 17% del totale.

Ma perché non spendiamo tutto quel ben di Dio che tanto ci servirebbe?

Primo: i PSR regionali sono troppo complessi e macchinosi. Pensate che bisogna leggere quasi 1000 pagine per ogni regione.
Secondo: sono scritti nel peggior “burocratese” che si possa immaginare.
Terzo: i sostegni finanziari per coloro che si impegnano a fare determinate cose sono allettanti, ma quanta carta bisogna produrre e quanti rischi si corrono, se si sbaglia qualcosa.
Quarto: le misure previste dai PSR regionali sono troppe, alcune inutilizzabili, e quindi poco finalizzate a risolvere almeno in parte le priorità dell’agricoltura nostrana.
Quinto: in tanti casi i soldi richiesti e approvati non sono mai arrivati e questo non facilita le cose.

E ce ne sarebbero tante altre da dire.

Le Regioni che rischiano il disimpegno automatico

Friuli Venezia Giulia, Liguria, Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia sono le Regioni che rischiano il cosiddetto “disimpegno automatico”. Ovvero: gli stanziamenti 2015 debbono essere erogati entro il 31 dicembre 2018, altrimenti tornano a Bruxelles. Si tratta della regola chiamata N + 3 : 2015 + 3 = 2018, primo anno del disimpegno.

Ma non è che tutte le altre regioni italiani brillino, anche se per ora non rischiano il disimpegno della quota 2015. Tutti gli assessorati regionali debbono infatti rimboccarsi le maniche e, attraverso le organizzazioni professionali e tutti gli altri organismi, incentivare gli agricoltori a fare domanda di aiuto PSR. Così si dovrebbe fare, ma in Italia è tutta un’altra storia.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


3 commenti

  • Silver

    28 Settembre 2018 at 10:35 am

    Buongiorno, le dotazioni finanziarie non spese dalle regioni nei tempi prestabiliti, tornano in Europa o c’è possibilità che possano essere suddivise a favore delle regioni cosiddette più virtuose..

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  • Veronica Molese

    28 Settembre 2018 at 10:42 pm

    I dati non sono aggiornati e il Lazio non è a rischio disimpegno.

    Se vuole avere una fonte attendibile, può contttarmi quando vuole.

    Cordiali saluti
    Veronica Molese

    Capo ufficio stampa e comunicazione
    Assessorato Agricoltura, Promozione della Filiera e della
    Cultura del cibo, Ambiente e Risorse Naturali
    Regione Lazio

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  • sesa

    4 Ottobre 2018 at 4:22 am

    buonasera, ma non è possibile che i fondi possano essere distribuiti a chi è già stato ammesso con molte difficoltà a contributo per start up agricole?

    Rispondi

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