Rafano Defender, non solo cover crops: ecco la soluzione per contrastare nematodi e funghi patogeni

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Oggi l’agricoltore che ha a cuore la salute e la fertilità del proprio terreno non può fare a meno di seminare, nel periodo autunno-invernale, le cosiddette colture di copertura, dette cover crops o ancora piante da sovescio. Si tratta di colture a perdere, ma non c’è definizione più errata perché è dimostrato, non solo dalla scienza ma anche dalla pratica di coloro che le coltivano da alcuni anni, che invece sono colture che fanno guadagnare. Quest perché fanno guadagnare l’agricoltore che le coltiva, dato che aumentano la fertilità e lo stato di salute dei terreni, che oggi soffrono per una malattia comune e gravissima, cioè un bassissimo livello di sostanza organica. E deve essere chiaro a tutti che senza sostanza organica non c’è vita nel terreno, e se non c’è vita, il terreno non produce o produce molto meno di quello che sarebbe il suo potenziale.

I tanti benefici che si ottengono dalle cover crops

Inoltre le cover crops aumentano la capacità di infiltrazione idrica dei suoli, migliorano la trafficabilità allungando i periodi utili per entrare in campo, controllano malerbe ed erosione, riducono le perdite di azoto per lisciviazione, incrementano la vita microbica del suolo e lasciano alla coltura successiva una buona dotazione di azoto e fosforo. Vi sembra poco? Secondo noi, basta e avanza per giustificarne l’acquisto e l’utilizzo ogni anno che si coltiva.

Interramento delle cover crops in uno o due passaggi con erpice Kverneland Qualidisc.

L’Sos sostanza organica è stato lanciato chiaro e forte anche nel corso dell’incontro organizzato nei giorni scorsi a Occhiobello (Rovigo) da Coprob e CarlaImport Sementi per sensibilizzare i soci bieticoltori, ma anche tutti gli agricoltori, sull’importanza ormai vitale di utilizzare le colture di copertura.

Rafano Defender, una novità unica nel panorama delle cover crops

Una coltura da sovescio di estremo interesse è stata indicata e descritta da Vincenzo Boschetti di CarlaImport Sementi: si tratta di Defender, il primo rafano da sovescio biofumigante che ha la peculiarità di combattere i nematodi ma anche una lunga serie di parassiti fungini, in aggiunta a tutte le altre proprietà benefiche per il terreno delle cover crops.

Uno straordinario meccanismo di difesa naturale

L’azione diretta contro i nematodi e i funghi patogeni (vedi tabella qui sopra) è esercitata dai glucosinolati. Nelle cellule di Defender sono contenuti, in strutture separate, i glucosinolati e l’enzima mirosinasi, e nel momento in cui la cellula viene rotta dal nematode o per azione meccanica quando si trincia la cover crop, le due molecole vengono a contatto formando il complesso glucosinolato-mirosinasi che, in presenza di acqua, formano glucosio e isotiocianato, il quale determina l’azione nematocida e fungicida. Ecco perché è molto importante trinciare finemente il rafano Defender e interrarlo rapidamente affinché svolga al meglio la sua azione di contenimento dei parassiti.

Il miscuglio Viterra Intensiv contiene rafano Defender e avena Strigosa.

Quando seminare le cover crops

Il periodo utile per la semina delle colture di copertura, ha ricordato il direttore agricolo di Coprob Massimiliamo Cenacchi, va effettuata da settembre sino a tutta la prima metà di ottobre. Oltre al già citato Defender, è consigliato il miscuglio Viterra Intensiv (costituito da avena Strigosa + rafano Defender) alla dose di 30 kg/ha.

Per quanto riguarda le zone sensibili alla direttiva nitrati, ecco altri miscugli adatti:

  • Viterra Trio (costituito da rafano Compass, trifoglio e facelia, con azione antierosione e azotofissatrice alla dose di 20 kg/ha;
  • Viterra Schnellgrun – Verde veloce (costituito da senape, trifoglio e brassica) alla dose di 15-18 kg/ha;
  • Lundsgaarder (con loglio italico e il 51% di leguminose – trifoglio,veccia e pisello da foraggio) alla dose di 25 kg/ha, ideale e compatibile con le normative per la semina delle aree a greening previste dall’attuale Pac.

Dunque le cover crops vanno seminate in questo momento dell’anno e non solo da parte di chi nel 2019 seminerà bietola, ma anche da tutti gli agricoltori che semineranno cereali e oleoproteaginose. Sempre che abbiano a cura il loro terreno che, non dimentichiamolo mai, è il bene più prezioso che abbiamo e che per troppi anni abbiamo strapazzato oltre ogni limite.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Filippo mangiapane

    23 Luglio 2022 at 5:53 am

    Buongiorno ho letto con attenzione il vostro articolo, e sono interessato a acquistare il rafano Defender visto che il mio appartamento di terreno che uso per orticole, ho tanti problemi con funghi e nematodi.vorrei sapere dove posso reperire il seme ? Grazie

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