Pioggia e freddo, il sorgo può salvare l’annata agricola
Il brusco ritorno all’inverno di questi giorni ha portato la Coldiretti di Modena a scrivere che le piogge e l’abbassamento termico impediranno la semina del mais e del sorgo. Si tratta di un allarmismo un po’ esagerato, dal momento che la genetica ha messo a disposizione ibridi precoci e precocissimi che raggiungono produzioni di alta qualità e di tutto rispetto, anche con le semine ritardate.
La “pianta cammello” sostenibile
Certo è che tra mais e sorgo, visto che le previsioni indicano un’estate torrida, se si vuole stare più tranquilli è il sorgo la coltura su cui puntare. Questo perché, oltre ai costi di coltivazione molto più bassi del mais, il sorgo riesce a superare molto bene le stagioni siccitose garantendo ottime produzioni e una perfetta sanità della granella.
Il sorgo, infatti, viene definito “pianta cammello” per la sua capacità di entrare in riposo vegetativo in caso di stress idrico. Inoltre non contiene aflatossine, sostanze tra le più cancerogene perché capaci di contaminare gli alimenti, e non è sensibile alla diabrotica che invece colpisce il mais e richiede un ridotto impiego di mezzi tecnici.
Finalmente in Italia ci si sta accorgendo che, con il cambiamento climatico in atto, il sorgo è una coltura vincente: questa coltura, infatti, nel 2023 ha aumentato la sua estensione del 25% rispetto al 2022, raggiungendo i 45.000 ettari (dati Assosementi).
Semine fino a fine maggio
Con buona pace della Coldiretti di Modena, il sorgo da granella si può seminare lungo tutto il mese di maggio, scegliendo i moderni ibridi precoci e precocissimi che, con un ciclo di 47-49 giorni tra emergenza e fioritura, possono raggiungere rese di 65-70 ql/ha. Certo è che, più si va avanti con la data di semina, maggiore deve essere la semplificazione nella preparazione del terreno, optando per la minima lavorazione e anche per la semina su sodo, dove le condizioni del terreno lo consentono.
Investimento e concimazione del sorgo
Per le semine tardive è consigliabile un investimento di 40-45 semi al metro quadro, interfila 40-45 cm, con una concimazione azotata alla semina oppure con la distribuzione di urea solo alla sarchiatura. Ottimi risultati si stanno ottenendo nelle aree zootecniche con gli ibridi di sorgo da granella per un secondo raccolto di trinciato, con una semina diretta nel mese di luglio, dopo un mais classe 300. Infine ci sono i classici sorghi foraggeri da trinciato, per semine sino a metà giugno.
Il sorgo nella razione della vacca da latte
Concludiamo con i dati del prof. Andrea Formigoni dell’Università di Bologna sulle prove di alimentazione di bovine da latte, in cui il sorgo ricopre una quota importante della razione. «Non ci sono particolari inconvenienti nell’inserimento del sorgo nella razione, a patto che si tenga conto delle diverse caratteristiche dell’amido. Da una comparazione tra due razioni sperimentali che contenevano rispettivamente 10 kg di fiocco di mais e 10 kg di farina fine di sorgo bianco, le risposte produttive sono state di 32,26 kg/latte/capo/die con il fiocco di mais e 31,18 kg/latte/capo/die con il sorgo; mentre la percentuale di grasso è stata di 3,54% con il fiocco di mais e di 3,78% con il sorgo; la proteina 3,26% con il fiocco di mais e 3,22% con il sorgo».
Un commento
Stefania Grando
24 Aprile 2024 at 11:35 am
Benissimo il sorgo, ma anche la granella di sorgo può essere contaminata con aflatossine. Il mais di per se non contiene aflatossine, ma la granella, in funzione di condizioni ambientali, ne può essere contaminata. Le aflatossine vengono prodotte da alcuni funghi.