Domanda Pac 2024, è bene aspettare le deroghe in arrivo

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Quest’anno non bisogna avere fretta per la presentazione della domanda Pac, perché sembra che la politica si sia messa in moto per approvare definitivamente, e in tempi rapidi, le deroghe alla Pac concesse dall’Unione europea. La data di scadenza per la presentazione della domanda Pac 2024 sarà certamente prorogata a fine giugno, se non oltre; quindi è meglio aspettare di leggere le modifiche agli attuali regolamenti, che sono stati già approvati pochi giorni fa sia dalla Commissione agricoltura della Camera che dalla Commissione industria e agricoltura del Senato.

Il segnale politico trasmesso dal parlamento è molto chiaro e ora spetta al Ministero dell’agricoltura tradurre il tutto, prima della data di scadenza della domanda Pac 2024, in atti concreti con le circolari applicative.

Le modifiche più attese dal settore agricolo

Le modifiche principali e più attese dagli agricoltori italiani riguardano le seguenti tre BCAA (Buone Pratiche Agronomiche e Ambientali):

  • BCAA 6 – Copertura minima del suolo
  • BCAA 7 – Obbligo di rotazione delle colture
  • BCAA 8 – Destinare il 4% dei seminativi a set aside

A queste si aggiungono anche modifiche alla BCAA 5 (Gestione dei rischi di degrado ed erosione) e alla BCAA 9 (Divieto di conversione o aratura dei prati permanenti).

Nella relazione della Commissione agricoltura della Camera si legge che l’obbligo di mantenere a riposo parte delle terre coltivate si tradurrebbe in una contrazione della produzione di cereali, semi oleosi e carne bovina tra il 10 e 15 per cento. Quindi c’è il disco verde per poter coltivare tutte le superfici.

Per quanto riguarda la rotazione obbligatoria, questa verrà sostituita dall’avvicendamento, cioè dalle regole in vigore con il vecchio greening. Infine, per la copertura minima del suolo e la gestione dei prati permanenti si procederà con una maggiore elasticità applicativa rispetto alla rigidità attuale.

Nei documenti di Camera e Senato si legge anche che le nuove norme possono applicarsi retroattivamente a tutto il 2024 e che appare necessario intervenire sugli ecoschemi e sulle norme di condizionalità, migliorando gli interventi settoriali e quelli di sviluppo rurale e alleggerendo in misura significativa l’impianto sanzionatorio.

Una rivisitazione completa della Pac

Nei documenti redatti dalle due camere si sottolinea anche che in futuro occorrerà procedere a una rivisitazione complessiva dell’architettura della Politica agricola comune, apportandovi modifiche volte a:

  • incrementarne la dotazione finanziaria – attualmente insufficiente – con l’obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori;
  • prorogare il quadro temporaneo di aiuti di Stato per fronteggiare la crisi del settore agricolo;
  • garantire una moratoria europea sui debiti degli agricoltori degli Stati membri;
  • aumentare l’importo – auspicabilmente fino al raddoppio – degli aiuti erogabili in regime di “de minimis” nel settore agricolo;
  • alleggerire gli oneri burocratici connessi alla Politica agricola comune, introducendo maggiori semplificazioni e prevedendo la digitalizzazione delle procedure;
  • incrementare le risorse volte a sostenere il ricambio generazionale e l’ingresso dei giovani in agricoltura, prevedendo a tale fine deroghe al quadro della Pac fino al 2027;
  • favorire e semplificare l’accesso al micro-credito e alla terra per gli agricoltori e in particolare per i giovani;
  • rivedere le disposizioni sugli eco-schemi, valutando la possibilità di remunerare la produzione di beni pubblici e le esternalità positive prodotte dal settore agricolo;
  • prevedere interventi settoriali in favore di produzioni specifiche (olio di oliva, vino, ortofrutta);
  • introdurre misure che consentano agli Stati membri di attivare, qualora necessario, misure straordinarie per risolvere situazioni di emergenza;
  • prevedere risorse europee specifiche per affrontare con iniziative comuni le emergenze di carattere sanitario e fitosanitario e sostenere lo sviluppo delle attività di ricerca in materie di tecniche genomiche nonché prevedere indennizzi per gli agricoltori danneggiati.

Le giustificazioni della bocciatura

Dunque si certifica una sonora bocciatura dell’attuale impianto Pac, giustificandolo col fatto che la riforma della Politica agricola comune è stata approvata in un contesto radicalmente diverso rispetto a quello attuale, che risente in misura significativa delle negative conseguenze
sia della pandemia del Covid-19, sia del conflitto in Ucraina. E la politica finalmente ammette che il comparto agricolo è fortemente penalizzato dalla carenza di carburanti, materie prime, fertilizzanti e mangimi, che ha contribuito sensibilmente a incrementare i costi di produzione, penalizzando la competitività delle imprese del settore.

Ora aspettiamo che le buone intenzioni si traducano in fatti concreti.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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