Quando il grano diventa “Oro puro”: la filiera 100% emiliana

grano oro puro

Le belle storie imprenditoriali italiane di successo non nascono mai per caso, bensì dalla fattiva collaborazione tra più soggetti, anche di estrazione diversa, che hanno in comune idee chiare, alta professionalità e l’abitudine a non guardare mai l’orologio per decidere se la giornata è finita. È il caso del Mulino sul Clitunno di San Felice sul Panaro (Modena) della famiglia Marani, 28.000 metri quadrati dedicati allo stoccaggio e alla movimentazione di grano speciale destinato alla produzione delle farine “Oro puro”, che rappresenta uno snodo commerciale strategico per servire i mercati del nord Italia, oltre che un punto di vendita diretto di farine d’alta gamma per i professionisti e i consumatori locali.

Da sinistra, Pierluigi Marani e Gianpietro Cardinali

 

L’inimitabile orgoglio emiliano

Gianpietro Cardinali è l’agricoltore che per primo ha creduto nel progetto, ha partecipato attivamente alla sua realizzazione e lo sta seguendo in prima persona sul fronte agricolo: «In questa zona dell’Emilia – dice Cardinali – si produce un grano inimitabile e di assoluta eccellenza qualitativa anche per le proprietà organolettiche, che si sposano con la professionalità degli agricoltori. È per questo motivo che la famiglia Marani, un’azienda storica in Umbria, da Trevi si è spostata a Modena per lanciare una nuova sfida sul grano di qualità, a tutti coloro che fanno filiera».

Pierluigi Marani, figlio di Benito, il capostipite che ha rappresentato la primavera dell’impresa, ha messo nelle mani della terza generazione la gestione dello stabilimento di San Felice sul Panaro con il primogenito Giacomo, responsabile della qualità dell’azienda e del controllo della filiera certificata “Oro puro”.

Farina per pizze, pane e pasticceria

Ma cosa significa “Oro puro”? «È una linea di farine prodotta esclusivamente con una selezione di grani emiliani, secondo gli standard di certificazione UNI EN ISO 22005 che garantiscono la completa rintracciabilità di filiera in ogni fase di lavorazione, dal campo di grano alla tavola dei consumatori», risponde Marani. «”Oro puro” rappresenta il top di gamma delle farine per la produzione di pane, pizza e pasticceria. È la nostra migliore risposta alle nuove tendenze di consumo, che prediligono prodotti qualitativamente superiori, in grado di rievocare i profumi e i sapori genuini, tipici del made in Italy».

Il marchio “Oro puro” del Mulino sul Clitunno di San Felice sul Panaro (Modena)

 

Un contratto con acconto a luglio

Come stanno reagendo gli agricoltori del territorio a questa sfida? «Molto bene», dice Cardinali. «Sono coinvolte oltre 110 aziende agricole, e il numero è in crescita, per una produzione di 12.000 tonnellate. Una delle nostre carte vincenti è il contratto di filiera che prevede al 30 luglio un acconto pari a 15 euro al quintale di grano consegnato seguito da tre pagamenti: a settembre, a novembre e con liquidazione a gennaio dell’anno successivo, con un prezzo stabilito sulla base del bollettino del mese. Poi naturalmente ci sono i premi in base alla qualità proteica. Questa formula sta raccogliendo sempre maggiori consensi».

La gamma di farine speciali “Oro puro”

Dunque si tratta di farine di alta gamma completamente tracciate. Spiega ancora Marani: «Le nostre farine provengono da grani accuratamente selezionati e sono assoggettate a continui controlli qualitativi, durante tutte le fasi della produzione; inoltre non contengono miglioratori enzimatici, additivi, stabilizzanti o conservanti chimici e le procedure di qualità che osserviamo scrupolosamente ogni giorno ne consentono la completa rintracciabilità».

 

Un esempio territoriale da imitare

Il Mulino sul Clitunno a nostro avviso rappresenta quanto di meglio ci può essere in fatto di costante e fattiva collaborazione tra chi produce grano e chi produce farina, con la massima valorizzazione delle peculiarità di un territorio e della professionalità degli agricoltori che lo abitano. Quante altre storie di successo come questa potrebbero nascere in Italia? A migliaia, a patto che ci siano sempre almeno due figure illuminate di coordinamento: una della parte agricola e una di quella industriale, perché altrimenti gli agricoltori lasciati soli… si perdono!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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