Roberto Bartolini9 Marzo 20174min11140

Stop al glifosate: alcune regioni varano delibere e mozioni, ma sono frutto di ignoranza

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L’Italia ancora una volta è il paese degli assurdi paradossi. Importiamo almeno il 40% del grano che ci occorre per mangiare, e lo facciamo da paesi come il Canada che usano il glifosate per trattare il grano in pre-raccolta, altrimenti, con il clima che c’è, non arriverebbe mai a maturazione. In Italia, invece, il glifosate lo usiamo solo ed esclusivamente in pre-semina del grano, per pulire dalle malerbe il letto di semina, e così riusciamo a risparmiare i soldi per aratura ed erpicature, potendo applicare le tecniche del sodo e della minima lavorazione. Inoltre, con questi due sistemi miglioriamo la sostanza organica e la struttura del suolo, sequestriamo il carbonio, evitiamo erosione e ruscellamenti in collina.

Pensate che di questi vantaggi economici e ambientali se ne sono accorti dopo vent’anni anche i nostri distratti politici. Tant’è che nei Piani di Sviluppo Rurale 2014-2020 ogni regione, in particolare nella misura M 10, ha stanziato finanziamenti interessanti per tutti gli agricoltori definiti “virtuosi” che sostituiscono l’aratura con sodo e minima lavorazione. E questo lo possono fare con successo solo se usano il glifosate in pre-semina.

Tutto bene sino al 23 novembre 2016, quando la giunta della Regione Calabria ha approvato la delibera 461/2016 che aggiorna i disciplinari di produzione integrata dei PSR, escludendo dai finanziamenti gli agricoltori che usano il glifosate.

Si sperava che questa decisione rimanesse isolata, ma ecco che lo scorso 1° marzo il consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione che impegna la giunta a escludere dai premi PSR gli agricoltori che fanno uso di glifosate. Ma il fatto diventa comico quando la stessa mozione toscana contro il glifosate aggiunge che la giunta si impegnerà a sostenere il territorio con approcci che migliorino la fertilità dei suoli, la diversificazione delle produzioni e il sequestro del carbonio: tre azioni tecniche, queste, che vengono favorite proprio dal glifosate che si vuole mettere al bando!

Beata ignoranza, si diceva una volta…

Ma il contagio nel frattempo avanza con mozioni a favore dello stop al glifosate che si annunciano anche nei consigli regionali di Veneto e Lombardia. Ci auguriamo che almeno in queste sedi le voci scientifiche e tecniche autorevoli escano alla scoperto per frenare ardori ecologisti che provocano solo danni alla comunità.

Sosteniamo gli agricoltori, anziché bastonarli

Siamo alla vigilie delle semine primaverili dopo un’annata disastrosa dal punto di vista economico per i cereali, e gli agricoltori non hanno davvero bisogno di questo scellerato attivismo politico, frutto solo dell’ignoranza tecnica e del protagonismo a fini personali che nulla hanno a che vedere con la necessità, sempre più urgente, che finalmente la burocrazia e la politica smettano di rompere le scatole a chi ci dà mangiare per almeno tre volte al giorno. A questi nostri agricoltori non dovremmo finire mai di essere riconoscenti, anziché continuare a ostacolare il loro lavoro, che è già abbastanza complicato e faticoso.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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