Come scegliere le migliori cover crops, piante che aumentano la fertilità del suolo

Condifesa Lombardia Nord-Est, in collaborazione con Padana Sementi Elette, anche quest’anno ha realizzato nelle aziende agricole Fratelli Motti e Lussignoli, in provincia di Brescia, dei campi dimostrativi dedicati alle colture di copertura o cover crops. Ecco dunque i consigli divulgati agli agricoltori per la scelta delle migliori cover crops.
Cover crops gelive, una scelta vincente
Nei campi dimostrativi è stata riservata particolare attenzione alle specie “gelive” di cover crops, che cioè si disattivano entro il periodo delle semine primaverili, senza la necessità di essere disattivate con il glifosate. E considerando che sul glifosate pende la spada della sospensione definitiva, sono proprio queste le specie sulle quali è bene puntare sin dal prossimo autunno.
La cover “geliva” secondo noi più interessante è il Radish Tillage, a cui abbiamo già dedicato un articolo specifico (clicca qui per leggerlo). Ma ci sono anche altre interessanti cover:
1) Trifoglio incarnato e alessandrino, veccia comune e villosa, favino, che sono leguminose che arricchiscono il suolo di azoto organico grazie ai batteri radicali azotofissatori che convertono quello atmosferico e presentano una biomassa con un basso rapporto C/N che ha una rapida degradabilità nel suolo.
2) Senape dotata di attività biocida nei confronti di nematodi e funghi patogeni.
3) Avena e Tillage Radish che incrementano soprattutto l’humus stabile e la struttura del suolo, dato il loro alto contenuto in fibre e alto rapporto C/N.
Le cover crops vanno seminate il più presto possibile, meglio se entro fine settembre, per favorirne il massimo sviluppo prima dell’avvento del gelo invernale, anche se nulla vieta semine più tardive.
Cover crops in purezza



I miscugli tra due specie




Apparati radicali che lavorano in maniera diversa
I miscugli tra leguminose e graminacee sono interessanti, perché le due specie hanno apparati radicali che lavorano nel suolo tra gli aggregati in maniera differente. Infatti le leguminose hanno apparati radicali che vanno più in profondità, mentre le graminacee hanno apparati radicali fascicolati che lavorano il suolo in senso orizzontale.
Un commento
Giovanni Truccone
21 Novembre 2023 at 6:08 pm
la mia azienda è situata a Vigone (TO), zona votata alla maiscoltura.Dopo la trebbiatura, eseguita con il trinciastocchi inserito, abbiamo abbondanza di residui e la discatura non riesce ad interrare sufficientemente gli stocchi anche con due o tre interventi. La semina a spaglio delle cover crops diventa improponibile perchè molti semi cadrebbero sugli stocchi e non avrebbero la possibilità di germogliare. Una soluzione sarebbe la costosa ecoaraturaa (20 cm di profondità) dove tutti i residui verrebbero interrati e i semi troverebbero un ambiente favorevole.
Quale altra soluzione è consigliabile?