Toscana “glifosate free”: come faranno gli agricoltori che seminano su sodo?
La Toscana vuole fare la prima della classe e così ha deciso di anticipare i tempi dettati dall’Unione europea (che con ogni probabilità varerà un ulteriore rinvio al divieto) per vietare l’uso del glifosate in agricoltura. L’idea riempie di orgoglio sia il governatore Enrico Rossi sia l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, peccato che nel loro PSR regionale la misura 10 “Agroambiente” preveda premi di 220 euro/ha per chi introduce la semina su sodo, elevati a 350 euro/ha con l’abbinamento delle cover crops.
Ai due politici toscani è sfuggito che il sodo è inapplicabile senza poter utilizzare il disseccante glifosate, quindi domandiamo loro come si dovranno regolare gli agricoltori che hanno aderito alla misura 10.1, che li vincola ben oltre la data del 31 dicembre 2021, termine ultimo per poter utilizzare il glifosate.
L’introduzione della semina su sodo, soprattutto in una regione come la Toscana che presenta molte superfici cerealicole in aree collinari, è un toccasana non solo per il conto colturale ma anche per aspetti ambientali, contribuendo a frenare l’erosione e il ruscellamento superficiale. Quindi, è più che mai indispensabile che sempre più agricoltori adottino il sodo, che si rivela da decenni una pratica adatta ai cereali vernini come grano, orzo e triticale senza alcuna controindicazione dal punto di vista delle rese e della qualità. Ma si sa: i politici da un lato danno e dall’altro tolgono, senza curarsi degli effetti che molte loro decisioni provocano sui cittadini e cullandosi sull’onda emozionale di molti falsi miti, come appunto quello del glifosate.