Zucchero, a ottobre si apre la liberalizzazione in Europa. La barbabietola risorgerà in Italia?

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Nel 2006, anno della riforma del settore bieticolo, l’Italia produceva 1.557.443 tonnellate di quota zucchero, mentre oggi la quota è attestata a 508.379 tonnellate, con una produzione di zucchero attorno alle 300 mila tonnellate. Abbiamo rinunciato in dieci anni a oltre un milione di tonnellate di quota zucchero, con la chiusura di 15 stabilimenti per effetto della tanto sbandierata ristrutturazione finanziata dalla riforma.

Ma dal 1° ottobre 2017 il regime delle quote zucchero in Europa verrà soppresso e quindi il settore bieticolo-saccarifero entrerà in una nuova era di liberalizzazione produttiva. Cosa significherà questo per l’Italia?

Il mercato chiederà sempre più zucchero

L’abolizione delle quote, ha scritto di recente l’agronomo Angelo Frascarelli nelle colonne di Terra e Vita, determinerà effetti positivi per l’Unione europea perché non ci saranno più limitazioni quantitative alle esportazioni, oggi fissate in sede WTO in 1,37 milioni di tonnellate. Quindi si prevede sia un aumento della produzione europea dal 2016 al 2025, sia un aumento dell’export da 1,3 a 2,5 milioni di tonnellate.

Come si stanno muovendo le imprese saccarifere

Le imprese bieticolo-saccarifere italiane devono cogliere le nuove opportunità di mercato. Coprob, cooperative di produttori che conta 6.000 soci, nel 2016 ha fatto la prima campagna come unico produttore di zucchero italiano con l’obiettivo di produrre 300 mila tonnellate di zucchero. Inoltre, nel 2017 Eridania-Sadam riaprirà lo zuccherificio di San Quirico per consolidare una superficie a bietola di 40-45.000 ettari.

Dunque gli stabilimenti aperti nel 2017 saranno tre: i due Coprob di Minerbio e Pontelongo e quello di San Quirico, che prevede un raggio di approvvigionamento di 90 chilometri nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Cremona, Modena e Mantova.

Superfici, prezzi di riferimento e premio accoppiato della Pac

Le superfici coltivate a barbabietola da zucchero in Italia sono passate da 230 mila ettari prima delle riforma a 33 mila nel 2016, ma nel 2017 si prevede un rinnovato interesse e un aumento di superficie coltivata.

Per quanto riguarda i pagamenti, oggi è in vigore solo un prezzo di riferimento fissato in 404,4 euro/t per lo zucchero bianco e 335,2 euro/t per lo zucchero prezzo. L’acquisto delle barbabietole da zucchero, inclusi i contratti di fornitura prima della semina, è regolato da accordi interprofessionali scritti, stipulati tra i produttori di barbabietole e gli zuccherifici.

Va poi ricordato che a sostegno della barbabietola da zucchero l’Italia, con la nuova Politica agricola comune, ha stanziato un importante pagamento accoppiato con una dotazione annua di 16,76 milioni di euro per il 2017 che corrispondono a un aiuto previsto di circa 400 euro/ettaro coltivato.

La sfida della barbabietola dunque è aperta e riteniamo che gli agricoltori italiani abbiano tutte le competenze, visti i fasti del passato, per produrre zucchero italiano di alta qualità ritornando a coltivare con successo la barbabietola, una “grande” della rotazione degli anni ’70 e ’80.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Marco

    13 Gennaio 2017 at 6:04 pm

    Articolo molto interessante.
    Si prevede la possibilità di una riapertura dello zuccherificio di termoli per il conferimento dei produttori del Sud?

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