La legge sul biologico finanzia cornoletame e vesciche di cervo

cornoletame

Il Senato ha approvato la nuova legge sull’agricoltura biologica e ora la strada che rimane è tutta in discesa, ma non sono mancate le polemiche sollevate da un intervento in aula della senatrice Elena Cattaneo, secondo la quale i fondi pubblici andranno anche a finanziare le “stregonerie” dei biodinamici.

Una follia equiparare il biologico al biodinamico

La Cattaneo si è scagliata contro l’equiparazione, ai fini del nuovo provvedimento, tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica, una pratica agricola i cui disciplinari internazionali comprendono l’uso di preparati a base di letame infilato nel cavo di un corno di una vacca che abbia partorito almeno una volta. Il corno, una volta riempito, viene sotterrato per fermentare durante l’inverno e recuperato nei giorni prossimi alla Pasqua per essere sottoposto alla fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana, che ha una durata di circa un’ora e può essere effettuata manualmente, ma anche tramite macchine speciali. Questa misela si chiama “preparato 500 dell’agricoltura biodinamica”, detto anche “cornoletame”.

Le corna di vacca catturano i raggi cosmici

Secondo il disciplinare le corna di vacca catturano i raggi cosmici quando la vacca è in vita, affinché, quando sarà morta o a corna espiantate, il letame in quei corni, seppelliti e diseppelliti in funzione di combinazioni astrali, riceverà le forze eteriche astrali catturate dalla punta del corno, aumentando così il potere di quel letame quando è disseminato sul campo.

La vescica di cervo maschio da dissotterrare a Pasqua

Nei preparati dell’agricoltura biodinamica, dice la Cattaneo, c’è anche il preparato 502, ossia una vescica di cervo maschio riempita di fiori di achillea, lasciata essiccare al sole per tutta l’estate, sotterrata a 30 centimetri di profondità (non un centimetro in più) in autunno e dissotterrata sempre nel periodo di Pasqua.

Nello stesso disciplinare del marchio registrato Demeter, una multinazionale con sede all’estero alla quale si pagano royalty, si specifica che ogni preparato biodinamico sviluppa una forza potente e sottile, il cui effetto può essere comparato con quello dei rimedi omeopatici, ossia è assolutamente nullo e indimostrabile dal punto di vista scientifico.

Anche il biodinamico potrà usufruire di notevoli contributi

Rimuovere la parola “biodinamica” dal disegno di legge, sottolinea la Cattaneo, non impedisce ai produttori di perseguire queste pratiche e ottenere la certificazione di prodotto biologico (per averla basta rispettare i protocolli), ma esplicitare il riferimento al biodinamico in questo testo di legge avrà l’effetto di dare dignità al cornoletame.

Non si tratta, ha aggiunto Cattaneo, di equiparazioni tra biologico e biodinamico solo per la parte nella quale il biodinamico mima le pratiche biologiche, bensì di una totale equivalenza, al punto che il disegno di legge in discussione prevede che una quota di fondi pubblici venga dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico.

Invece, grazie ai fondi previsti dalla legge si potrebbero creare attività e istituire insegnamenti, con tanto di crediti formativi, sulla profondità migliore a cui sotterrare le vesciche di cervo, sulla direzione giusta con cui mescolare il letame o su come meglio orientare la vacca al pascolo perché catturi raggi cosmici.

Niente di più e di meglio dell’agricoltura integrata

Naturalmente il fine ultimo, ha concluso Cattaneo, è creare mercato per prodotti che non hanno alcuna caratteristica superiore scientificamente accertata rispetto a quelli da agricoltura integrata, se non i costi. «Continuerò pertanto a fare la mia doverosa parte – ha concluso Cattaneo – per segnalare in ogni occasione che i prodotti biodinamici, come i prodotti da agricoltura biologica che si trovano nella grande distribuzione, non hanno migliori caratteristiche nutrizionali, né hanno miglior cura dell’ambiente, prevedendo entrambi i disciplinari biologico e biodinamico ampie deroghe che consente loro di utilizzare pesticidi di sintesi, che salvano le nostre colture dagli attacchi dei parassiti, consentendo a tutti di avere buoni e salutari prodotti. Abbiamo bisogno di prodotti sani per tutti e di fatto li abbiamo. Lo certificano la European food safety authority (ESFA). I nostri prodotti integrati bioconvenzionali sono tra i più sicuri al mondo ed è questo il messaggio di interesse nazionale che vorrei tutelato da una politica basata sulle evidenze».

La voce della Cattaneo si alza forte e chiara nella sonnolente aula del Senato, e le sue considerazioni non hanno altro effetto che destare frequenti segni di ilarità e applausi, ma alla fine è come se parlasse un teatrante e non una scienziata vera. Ma dai nostri politici non ci possiamo aspettare altro atteggiamento se non questo!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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