Agricoltura, a chi spettano i 6 mesi di esonero contributivo e cosa succede a chi ha già pagato
426 milioni di euro previsti dal “decreto rilancio” sono stati destinati ai principali settori agroalimentari per un esonero straordinario dai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro per il periodo 1° gennaio 2020 – 30 giugno 2020. Sono interessate dal provvedimento le filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche e vitivinicole; nonché l’allevamento, la pesca e l’acquacoltura. Desta sconcerto il fatto che non sia previsto nel decreto il comparto frutticolo.
Cosa succede per chi ha già pagato
Poiché il comunicato del ministero è giunto il 14 settembre e la data di scadenza per i versamenti del primo trimestre era il 16 settembre, ci saranno molti imprenditori che avevano già versato i contributi. Cosa prevede il decreto ministeriale in questo caso?
L’articolo 3 del decreto firmato dal ministro Bellanova prevede la possibilità, per coloro che hanno già eseguito i versamenti oggetti dell’esonero (riferiti cioè ai periodi retributivi dal 1° gennaio al 30 giugno 2020), di compensare con la contribuzione in futuro dovuta dal datore di lavoro. In sostanza i versamenti già effettuati, in base a quanto riporta il decreto, non sarebbero perduti: le somme già versate e che potevano non esserlo in virtù dell’esonero straordinario, possono essere utilizzate in compensazione con le somme che dovranno essere versate con riferimento alla contribuzione dei periodi non coperti dall’esonero, ovvero nei versamenti del 16/03/2021 e il 16/06/2021.
Dunque non si può ottenere il rimborso di quanto versato, ma i versamenti dovrebbero generare un credito da utilizzare a copertura della contribuzione dovuta in futuro. In ogni caso dobbiamo aspettare il pronunciamento definitivo dell’Inps con apposita circolare, in uscita forse tra quindici giorni.