Agricoltura e siccità: sorgo e girasole soffrono, mais e bietola sono già in crisi

Chissà se, di fronte a un’emergenza siccità – che non è più una rarità da parecchi anni – i funzionari che hanno scritto le misure di sostegno dei PSR non si convincano una buona volta che la montagna di euro che ci ha riservato l’Europa per sostenere la nostra agricoltura deve essere spesa in maniera più mirata e soprattutto in base alle priorità e alla urgenze. La prima di tutte, a nostro avviso, è l’emergenza idrica, che in verità riguarda anche gli usi civili, ma che ormai per l’agricoltura è la priorità assoluta.
Il 2017 ancora una volta sancisce una verità inconfutabile: senza acqua per le irrigazioni di soccorso, le colture primaverili estive non si possono fare confidando solo nelle piogge. Perché l’acqua dal cielo non viene, e anche se venisse, non è sufficiente per produrre come richiedono i bilanci aziendali.
Dunque, lo Stato e le Regioni debbono attivarsi per realizzare opere adeguate nei diversi territori e gli agricoltori debbono essere sostenuti, grazie ai PSR o altri aiuti specifici, per portare l’acqua in azienda e distribuirla con sistemi poco onerosi e senza sprechi.
In realtà in alcuni PSR regionali sono già previsti inventivi per sviluppare sistemi di irrigazione aziendali, ma questi esempi sono una goccia nel deserto, tali sono le necessità di adeguamento che richiede la nostra maglia poderale.
La situazione è critica
Le foto che mostriamo qui di seguito sono state scattate nel bolognese nei primi giorni di luglio.






Questo è un territorio, come tanti altri in Italia, dove notoriamente l’agricoltore fa due cose che mal si combinano con la crisi di piogge che caratterizza questi anni: 1) ara profondo; 2) coltiva mais, sorgo, girasole e bietola sperando nella pioggia.
Fare così agricoltura era forse possibile trent’anni fa, ma non oggi, e lo stato delle colture lo dimostra senza troppo giri di parole. Oggi o ci si attrezza, oppure tanto vale non spendere in sementi, lavorazioni, concimi e via dicendo per non raccogliere nulla. E non parliamo solo dei prezzi di mercato.