Agricoltura, ecco cosa succede quando non si usano i sistemi di precisione

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Tutti gli agricoltori e i contoterzisti italiani hanno almeno uno smartphone di nuova generazione e c’è chi ne ha addirittura due. Ma sono ancora relativamente pochi coloro che utilizzano i sistemi di guida assistita e i sistemi satellitari per realizzare l’agricoltura di precisione e la distribuzione a dose variabile di sementi, agrofarmaci e fertilizzanti.

E dire che coloro che si sono affidati, all’inizio in effetti con molta reticenza, a questi sistemi elettronici – da quelli più semplici (cioè per far andare dritto il trattore) a quelli più evoluti per poter lavorare anche di notte senza “vedere” con l’occhio umano – oggi dicono che non ne potrebbero più fare a meno.

Ecco cosa succede quando si lavora senza l’ausilio del satellite. Come si vede dalle linee tracciate tra le piante di grano, l’agricoltore non è riuscito ad andare diritto.
Ecco cosa succede quando si lavora senza l’ausilio del satellite. Come si vede dalle linee tracciate tra le piante di grano, l’agricoltore non è riuscito ad andare diritto.

La differenza tra chi lavora con il satellite e chi lavora ancora a occhio e con i tracciafile è ben visibile quando si osservano le colture e soprattutto quando si va a raccogliere.

Applicare l’agricoltura di precisione non è “una moda”, ma invece è sempre di più una condizione indispensabile per poter stare sul mercato con più opportunità di reddito. Ne sanno qualcosa i contoterzisti che per anni hanno realizzato le mappe di raccolta senza alcuna soddisfazione dai loro clienti, che invece oggi cominciano a capire che “tracciare” tutto quello che si fa in campo, sapere in quali appezzamenti è meglio spingere con i concimi o l’alto investimento e avere informazioni precise sulla qualità di ciò che si raccoglie, sono aspetti sempre più importanti e decisivi per far quadrare i conti aziendali.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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