Azotofissatrici su Efa, no ai fitofarmaci solo da semina a raccolta: una scappatoia per la soia?

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Questa Pac e i suoi farraginosi decreti applicativi non finiscono mai di stupire. Dal momento in cui il regolamento 2017/1155 ha fissato il divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle azotofissatrici destinate alle superfici Efa (le famigerate aree di interesse ecologico), si è scatenata una corsa agli emendamenti e alle scappatoie più varie. Come se, improvvisamente, non coltivare più soia sulle Efa costituisse la più grave delle sciagure possibili.

E dire che in campagna ci sono siepi, alberi, fossati e via dicendo che, se calcolati come si deve, riescono a soddisfare l’obbligo Efa lasciando tutta la terra buona alle prime e seconde colture. Ma tant’è: le pressioni sono state tali e tante che la Commissione europea, riunitasi con un bel gruppo di esperti, si è espressa con un chiarimento che il direttore generale del Mipaaf Felice Assenza così recita:

[blockquote style=”2″]È stato chiesto a questa Amministrazione di chiarire se sussiste o meno il divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari previsto dall’articolo 10 ter del regolamento delegato UE n.639/2017, sulle superfici investite a colture azotofissatrici che sono dichiarate come aree di interesse ecologico, nel caso in cui su queste superfici siano seminate, dopo il raccolto della leguminosa, le coltivazioni di secondo raccolto.
Al riguardo si fa presente che, come hanno chiarito i servizi della Commissione europea nel corso del gruppo di esperti tenutosi sull’argomento, la durata del divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle superfici Efa coincide con quella dell’area di interesse ecologico.
Pertanto nel caso delle azotofissatrici, la durata del divieto coincide con il loro naturale ciclo vegetativo che, nel caso delle specie annuali, va dalla semina alla raccolta.
Resta fermo che per essere qualificate come aree di interesse ecologico, le colture azotofissatrici devono essere presenti durante tutto il loro naturale ciclo vegetativo.[/blockquote]

Il fatto che il divieto dei trattamenti sia dalla semina alla raccolta lascia libera la facoltà di effettuare, per esempio, un diserbo totale in pre-semina e questo, secondo alcuni, potrebbe dare la possibilità di seminare soia anche di primo raccolto dopo aver distribuito per esempio glifosate.

Ma sarà proprio così? Nel documento, a un certo punto, si citano esplicitamente i secondi raccolti e quindi le frasi risultano alquanto sibilline, dando adito a diverse interpretazioni. E poi, da qui ad aprile siamo sicuri che non cambieranno ancora le carte in tavola, magari quando qualche funzionario si accorgerà che le scappatoie sono un po’ troppe?

Il nostro consiglio rimane quello di utilizzare come Efa tutte le aree “naturali” presenti in abbondanza nelle nostre aziende agricole, facendo i calcoli seguendo la tabella che abbiamo pubblicato in questo precedente articolo.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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