Roberto Bartolini18 Aprile 20165min49362

Cereali e soia: quanti quintali/ettaro bisogna produrre per pareggiare i costi di produzione?

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La domanda è piuttosto comune tra gli agricoltori che coltivano cereali e soia: quanti quintali per ettaro occorre produrre per pareggiare i costi di produzione? Per rispondere, iniziamo dalle quotazioni sulle principali borse merci italiane:

  • Frumento tenero: 166,5 euro/t
  • Frumento duro: 239 euro/t
  • Mais comune 167 euro/t
  • Mais zootecnico: 170 euro/t
  • Orzo con alto peso specifico: 168 euro/t
  • Soia: 337 euro/t

Sappiamo bene che il costo di coltivazione di qualsiasi coltura, e soprattutto di quelle estensive, in Italia può avere oscillazioni davvero molto forti, perché le variabili sono tantissime, a cominciare dalla professionalità dell’imprenditore agricolo.

Un costo medio di coltivazione

Massimo Battisti, sull’ultimo numero di Terra e Vita, ipotizza i seguenti costi medi di coltivazione, facendo riferimento alla pianura lombarda dell’area mantovana e dintorni:

Produrre frumento duro costa 1280 euro/ha, frumento tenero 1100 euro/ha, mais 2320 euro/ha, orzo 985 euro/ha, soia 1570 euro/ha. Come annotazione diciamo che si è preso a riferimento un modello di gestione cosiddetta tradizionale, a partire dalla lavorazione del suolo che prevede in questo caso, aratura e successivi affinamenti. In questi costi sono compresi sia le operazioni meccaniche sia i mezzi tecnici e anche i trasporti.

I livelli produttivi da raggiungere

Confrontando i prezzi di mercato e i costi di coltivazione indicati, emerge che, per non avere un bilancio in rosso, per il frumento tenero occorre produrre 6,6 t/ha, per il frumento duro 5,4 t/ha, per il mais 14 t/ha, per l’orzo 5,9 t/ha e per la soia 4,7 t/ha.

In Italia ci sono aziende che raggiungono quelle produzioni come media aziendale e altre che le superano, ma si tratta di realtà imprenditoriali che non applicano i percorsi colturali tradizionali, bensì hanno fortemente innovato, sia nelle tecniche sia nella scelta dei mezzi tecnici, sementi, concimi e agrofarmaci.

Solo con l’innovazione si può cercare di far quadrare i conti

Per avere un successo produttivo non basta chiamare il contoterzista più evoluto o acquistare le attrezzature più moderne che seminano con assoluta precisione e che distribuiscono il concime o il diserbo senza sovrapposizioni e perdite di prodotto, perché occorre anche identificare l’ibrido o la varietà più adatta ai propri terreni e adottare l’investimento più azzeccato, e lo stesso discorso vale per i concimi, i diserbi, i prodotti per la difesa e così via.

Oggi il mercato offre una tale varietà di soluzioni diverse che orientarsi non è facile, e per questo ripetiamo sempre che ogni anno bisognerebbe dedicare una piccola parte della propria azienda alla sperimentazione di nuove soluzioni tecniche, perché quello che va bene a casa di un agricoltore non è detto che vada bene a casa del vicino.

E poi, non deve mai mancare l’irrigazione

Un’ultima annotazione: l’andamento climatico sta confermando anche quest’anno che chi vuole produrre non può fare a meno dell’irrigazione. Quindi chi non lo ha ancora fatto deve mettere in conto di investire su questo mezzo di produzione, che forse è diventato ormai il più importante di tutti. Senza acqua non si produce, punto e basta.

Ma qualcosa va modificato anche a livello territoriale, perché non basta che l’agricoltore abbia lo strumento per distribuire l’acqua se poi il Consorzio di Bonifica o altri enti non mettono a disposizione l’acqua quando serve. Non ci si può più basare sempre e solo sui vecchi criteri, perché il clima è cambiato. Lo sappiamo tutti, ma a volte ce lo dimentichiamo!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • adriano

    7 Marzo 2018 at 8:27 pm

    A QUESTI PREZZI ED A QUESTE SPESE è IMPORTANTISSIMO NON SEMINARE .SVEGLIA!!!!!!!!!!!

    Rispondi

    • Carmelo

      15 Maggio 2022 at 4:25 pm

      Esatto

      Rispondi

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